Il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria: «Clan calabresi protagonisti: le loro interlocuzioni sono legate a una logica di gestione unitaria. E non possiamo perderli d’occhio, si adattano e mutano in continuazione»
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«La 'ndrangheta svolge sempre più un ruolo di assoluta protagonista nell'enorme mercato del traffico internazionale di cocaina. E l'operazione di oggi ce lo conferma». Così il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, incontrando i giornalisti sull'operazione antidroga condotta dalla Squadra mobile reggina.
«L'organizzazione criminale calabrese - ha aggiunto Lombardo - avvia interlocuzioni che non sono più sporadiche ma legate a una logica unitaria. Per questo parlo di sistema criminale integrato».
L'indagine che ha portato all'esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare ha fatto luce su tre differenti gruppi criminali. C'era chi si occupava dell'importazione di cocaina dal Sudamerica e chi teneva i contatti con i narcos sudamericani. Alcuni indagati, inoltre, avevano il compito di coltivare piante di canapa indiana che poi, una volta trasformata in marijuana, veniva commercializzata all'ingrosso e al dettaglio.
Nel corso dell'indagine la Squadra mobile di Reggio Calabria ha anche indagato su un tentativo di importare carichi da 300 chili di cocaina che avrebbero fruttato alla 'ndrangheta oltre 30 milioni di euro. La mobile, inoltre, ha intercettato nell'aeroporto di Ciampino un pacco affidato a un corriere, risultato del tutto estraneo ai fatti, contenente un chilo di cocaina purissima.
Per il procuratore Lombardo, l’inchiesta fotografa un fenomeno che «costantemente si evolve, che dispone di risorse economiche enormi e che è formato da una rete straordinariamente efficiente di soggetti stabilmente in grado di gestire operazioni complesse». Ecco perché l’operazione di oggi, secondo il magistrato, «dà una serie di risposte al grande sforzo investigativo che viene portato avanti».
È necessario, ha aggiunto, «dotarsi di strumenti molto evoluti e soprattutto è indispensabile non interrompere mai l’attività investigativa perché siamo consapevoli che perderli di vista anche per poco tempo significa non riconoscerli più. E soprattutto di non riconoscere la loro capacità di adattamento a determinate logiche criminali che non sono più calabresi, italiane ed europee, ma che si inseriscono in uno scenario mondiale che guarda con crescente attenzione a tutta una serie di evoluzioni di mercato».
Il mercato di cui parliamo oggi è «quello enorme del traffico internazionale di cocaina e la ricostruzione odierna ci conferma che la ‘ndrangheta agisce in quel mercato da assoluto protagonista».
«È un’operazione – ha aggiunto il capo della mobile Gianfranco Minissale – che nel complesso è di alto valore perché riguarda una famiglia con una tradizione molto forte nel mercato dello stupefacente in grado di occupare tutti gli spazi: dalla movimentazione dei grandi carichi di cocaina, che arrivano sulle navi porta container, fino alla piantagione della canapa indiana».