La presidente Chiara Colosimo ha reso noti i nomi di 16 candidati che violano il codice di autoregolamentazione in vista delle elezioni regionali e comunali del 23 e 24 novembre. Non superano “l’esame” dell’organismo parlamentare Marco Martino e Vito Pirruccio, amministratori uscenti dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose
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Sono sedici i candidati ritenuti “impresentabili” dalla Commissione parlamentare antimafia in vista delle elezioni regionali e comunali del 23 e 24 novembre. L’elenco, reso noto dalla presidente Chiara Colosimo, comprende otto nomi per le consultazioni regionali in Puglia, Veneto e Campania e altri otto per le amministrative che interesseranno i comuni di Caivano, Monteforte Irpino, Acquaro e Capistrano. Nel Vibonese sotto la lente della Commissione parlamentare antimafia sono finiti due candidati del Comune di Capistrano che ritorna al voto dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose confermato sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. I candidati per la Commissione parlamentare da ritenersi “impresentabili” sono l’aspirante sindaco Marco Martino, ex primo cittadino dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose, e Vito Pirruccio, già assessore e vicesindaco nello stesso Comune con la giunta Martino e ora in corsa per il Consiglio comunale di Capistrano. Secondo le verifiche della Commissione parlamentare antimafia, entrambe le candidature risultano in aperta violazione del codice di autoregolamentazione che si è dato la Commissione. Su Marco Martino pende inoltre al Tribunale di Vibo Valentia una richiesta di incandidabilità avanzata dal Ministero dell’Interno sulla scorta della normativa antimafia.
Il Consiglio di Stato nel respingere il ricorso di Marco Martino e nel confermare lo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose aveva sottolineato che si era in presenza a Capistrano di una “volontaria cooperazione degli amministratori con gli scopi dell’organizzazione criminale”, rimanendo “accertata l’influenza mafiosa sull’amministrazione locale”. Era rimasto poi accertato che il sindaco Marco Martino aveva inviato messaggi di auguri per la nascita della figlia di Emanuele Mancuso (esponente dell’omonimo clan della ‘ndrangheta poi divenuto collaboratore di giustizia) e di Nency Chimirri, quest’ultima avvisata orale di pubblica sicurezza, cugina dell’assessore Pirruccio, e già compagna di Mancuso, finita sotto processo per le pressioni esercitate sull’ex compagno al fine di farlo recedere dalla collaborazione con la giustizia. I giudici amministrativi e la Commissione di accesso agli atti avevano inoltre evidenziato che nelle precedenti elezioni comunali a Capistrano si era fatto strumentalmente ricorso ad una lista “civetta” per non invalidare il turno elettorale e tra i sottoscrittori di tale lista vi erano pure la moglie dell’allora vicesindaco e assessore Vito Pirruccio e i cugini di quest’ultima.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva infine sottolineato nella sua relazione, che ha portato nel 2023 allo scioglimento del Comune di Capistrano per infiltrazioni mafiose, che “nei riguardi del primo cittadino, Marco Martino, vengono segnalati rapporti di vicinanza con un soggetto controindicato, destinatario di un avviso orale di pubblica sicurezza ed avente trascorsi di natura penale per gravissimi reati, tra i quali quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e quello di associazione per delinquere di stampo mafioso”. Rilievi che, tutti insieme, non sono sfuggiti alla Commissione parlamentare antimafia e alla sua presidente Chiara Colosimo, pronta ad inserire le candidature di Marco Martino e Vito Pirruccio alle prossime elezioni comunali di Capistrano tra quelle da ritenersi come “impresentabili”.

