Il furto dei gioielli della Corona al Museo del Louvre, compiuto lo scorso 19 ottobre, sta destando ancora oggi grande clamore. A compierlo, sembra ormai acclarato, sarebbero stati 4 rapinatori a volto coperto. Due di loro sono entrati nella Galleria Apollo del famoso plesso museale francese issati su un montacarichi, dopo aver provveduto a sfondare una finestra. Il fulmineo blitz è durato, fuga compresa a bordo di potenti scooter guidati dai complici, tra i sette e gli otto minuti. A dispetto del suo breve lasso di tempo, tuttavia, una volta rotta la teca contenente la preziosa refurtiva ha consentito agli autori del “furto del secolo” di impossessarsi di beni per un valore stimato di ben 88 milioni di euro. Gli attimi in cui è stata compiuta la rapina e quelli immediatamente successivi sono stati vissuti con grande tensione, paura e concitazione all'interno del Louvre, soprattutto da parte dei visitatori. Tra questi, il 25enne fumettista vibonese, F.L., in quei giorni in Francia per un incontro di lavoro, accompagnato dalla fidanzata 23enne, L.D..

A raccontare in esclusiva alla nostra testata quei momenti è, oggi, lo stesso giovane, nativo di Mileto. «Desiderosi di vedere la Gioconda - spiega - ci trovavamo in quei frangenti proprio nelle vicinanze della Galleria della Corona, quando degli addetti sono sopraggiunti di corsa chiudendo con delle transenne quell'ala. Alle prime richieste di spiegazioni ci hanno parlato di un problema tecnico, provvedendo nel contempo a convogliare noi e tutte le altre persone in un atrio e a rassicurarci sul fatto che a breve avremmo potuto proseguire lungo il percorso prestabilito. Subito dopo, però, sono entrati in campo gli agenti della Gendarmeria muniti di giubbotto antiproiettile e quant'altro».

«A quel punto - aggiunge il fumettista vibonese - presi giustamente dal panico, non sapendo cosa fosse successo e cominciando a pensare a un possibile attentato, io e la mia ragazza abbiamo deciso di tentare di percorrere di corsa il breve tragitto che portava a una vicina uscita d'emergenza, seguiti a ruota dagli altri visitatori convogliati nell'atrio. A tutto questo hanno fatto seguito i concitati momenti vissuti nell'attraversare insieme agli altri una scala mobile, la calca che ne è conseguita (con il possibile pericolo di rimanerne schiacciati) e, finalmente, il raggiungimento dell'agognata via di fuga che ci ha permesso di uscire fuori dal Louvre. Oggi - conclude FL, con accanto la fidanzata - rimane la paura per quello che abbiamo vissuto, ma soprattutto la contentezza per il pericolo scampato e per il fatto che, per fortuna, nessuno si sia alla fine fatto male».

Per quanto riguarda il furto dei preziosi gioielli della Corona, nelle scorse ore gli investigatori transalpini della Brigata anticrimine (Brb) hanno effettuato gli arresti di due dei presunti rapinatori. Nessuna traccia, invece, del bottino trafugato.