I cancellieri esperti dei tribunali proclamano lo stato di agitazione per protestare sul contratto integrativo
Le trattative fra sindacati e Ministero rischiano di equiparare queste figure altamente professionali ad autisti e centralinisti. È nato un coordinamento dei 2700 professionisti italiani che annuncia anche un possibile ricorso
Hanno indetto lo stato di agitazione i cancellieri esperti dei tribunali di tutta Italia. Sono 2700 quelli risultati vincitori del concorso bandito nel 2020. In Calabria sono circa 300, 110 solo nel distretto di Catanzaro. Tutti loro offrono un apporto fondamentale alla macchina della giustizia italiana.
La locuzione “esperti”, fra l’altro, non è affatto casuale. Come si legge in una nota diffusa dal coordinamento nazionale, infatti, il concorso prevedeva una selezione per titoli ed esami, prevedendo come titolo di ammissione agli orali l’aver svolto con onore la professione di Avvocato per almeno due anni. In realtà sono riusciti a risultare idonei al concorso solo coloro i quali avevano maturato 15 anni di anzianità professionale. Nonostante tutto ciò questi lavoratori sono molto preoccupati per come stanno andando le trattative fra Ministero della Giustizia e organizzazioni sindacali sul contratto integrativo.
«Si tratta - si legge nella nota a firma della presidente del coordinamento nazionale, Sabrina D’Avanzo - di un appiattimento professionale verso il basso promosso dal Ministero e da diversi sindacati che comporta per quelle che erano figure apicali delle rispettive aree (i Direttori nella terza e noi nella seconda) di essere formalmente parificate, pur con la pretesa di lasciarci oneri e responsabilità di cui attualmente rispondiamo, alle figure più basse dell’area. Nel nostro caso potremmo essere equiparati a centralinisti e conducenti di automezzi nonostante la stragrande parte di noi sia stato reclutato tramite un recente concorso analogo svolto nello stesso tempo di quello con cui sono stati selezionati gli ultimi direttori e con medesimi requisiti e titoli. Peraltro la maggior parte di noi era avvocato con anzianità da cassazionista mentre un’altra parte è costituita da interni con notevole anzianità di servizio ed indiscutibili competenze».
Per tutti questi motivi si annunciano una serie di azioni, oltre allo sciopero, come quella della possibilità per molti di loro di “migrare” verso altre pubbliche amministrazioni che sarebbero «più rispettose delle competenze e capaci di promuovere il merito anche con avanzamenti di carriera».
Inutile dire che una ipotesi del genere provocherebbe un impasse nella macchina giudiziaria vista la mole dei compiti che svolgono i cancellieri esperti. Per questo il coordinamento non si limiterà allo stato di agitazione, ma ha intenzione di proseguire negli altri gradi di protesta fino ad arrivare allo sciopero vero e proprio, una volta esperiti tutti i tentativi di mediazione, senza escludere la possibilità di presentare anche ricorso innanzi alle autorità giudiziarie competenti per il riconoscimento dei propri diritti