Il processo

I sultani dell’Oman truffati dalla ’Ndrangheta saranno parti civili nel processo Rinascita Scott-Assocompari

In sede di udienza preliminare avevano chiesto un risarcimento di un milione di euro. I giudici respingono le eccezioni sollevate dai difensori degli imputati sulle altre costituzioni

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di Giuseppe Baglivo
23 aprile 2024
11:52

Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha sciolto le riserve su diverse eccezioni preliminari sollevate dai difensori degli imputati nel processo nato dall’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Rinascita Scott 3-Assocompari”.  La prima eccezione era stata sollevata dall’avvocato Vincenzo Gennaro, difensore dell’imputato Gaetano Loschiavo.  In particolare il legale aveva eccepito la tardività della querela dei sultani dell’Oman, ammesse invece parti civili con l’avvocato Massimiliano De Benetti del foro di Padova ma con studio a Roma, difensore anche del Comune di Pizzo (parte civile) nello stesso processo.  

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Ad avviso del legale – che aveva presentato l’eccezione al Tribunale (presidente Barbara Borrelli, giudici a latere Laerte Conti e Luca Bertola) – la querela dei sultani era stata presentata successivamente al marzo 2023, ultima data utile per proporre querele per i reati non più perseguibili d’ufficio dopo la riforma Cartabia. 


Di diverso avviso il Collegio giudicante che ha invece ammesso quali parti civili i sultani dell’Oman che già in sede di udienza preliminare avevano chiesto un risarcimento per un danno da un milione di euro contro tutti gli imputati coinvolti nella vicenda che li vede parti offese.  

Senza la querela delle parti offese, la Dda di Catanzaro non avrebbe potuto procedere per il capo di imputazione che mira a far luce su una truffa aggravata di due milioni di euro che la ‘ndrangheta ha realizzato anche ai danni all’ex ministro dell’Oman. Continua a leggere sul Vibonese.

Giornalista
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