Scandalo alla Mediterranea

Concorso farsa per l’ex presidente del Parco d’Aspromonte, il rettore diceva: «Attenzione, così ci arrestano»

Nelle carte dell'inchiesta Magnifica finisce anche l'assunzione di Giuseppe Bombino e di un altro docente. Tre professori ordinari avrebbero accettato di andare in pensione prima in cambio dell’ingresso dei propri “protetti”: «Nella domanda ci sono i nomi, così non va bene»

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di Claudio Labate
23 aprile 2022
08:04
Giuseppe Bombino
Giuseppe Bombino

Sotto la lente degli inquirenti, nelle carte dell’inchiesta dell’operazione “Magnifica”, ci è finito, tra gli altri, anche il DR 437 del 9 dicembre 2019 a firma di Zimbone con cui Giuseppe Bombino e Antonio Zema (all’epoca ricercatori del Dipartimento di Agraria) venivano dichiarati vincitori della procedura di chiamata per due posti di professore di II fascia, banditi a seguito della collocazione in quiescenza del professore Tamburino.

In sostanza il rettore Zimbone ha previsto la possibilità di attivare delle misure a sostegno del turn over in occasione delle istanze di pensionamento anticipato volontario di docenti di I e II fascia in servizio presso l’Ateneo. Gli elementi raccolti per gli inquirenti dimostrebbero che il meccanismo messo in piedi è stato strumentalizzato dagli interessati con l’ausilio del rettore per il raggiungimento di obiettivi illeciti.


Dalle intercettazioni si evince che i professori Tamburino, Albanese e Neri, hanno richiesto di collocarsi in quiescenza anticipata «condizionando clandestinamente la presentazione della domanda all’ottenimento di vantaggi, in termini di progressione di carriera, per sé e per i propri favoriti. Progressioni che sono state concordate con il rettore e sono state realizzate mediante l’utilizzo dei punti organico resi disponibili dal pensionamento del singolo docente».

Dall’informativa della polizia giudiziaria si evidenzia che proprio per far fronte alle varie situazioni di quiescenza Zimbone ha organizzato un piano di redistribuzione dei punti organico liberati dalle suddette quiescenze, proponendo ad ogni docente in procinto di fare richiesta di pensionamento, la supervisione di un proprio programma di ricerca (retribuito con contratto di collaborazione esterna), nel quale ridistribuire il punto organico liberato a ricercatori e/o docenti associati con determinati requisiti di anzianità. I programmi di ricerca però dovevano verificarsi necessariamente in tempi successivi all’istanza di quiescenza e il successivo bando per i posti di ricercatore e/o docente associato, formulato in modo che apparisse «slegato» dall’istanza. Questa la preoccupazione più pressante per Zimbone.

Considerato il collocamento in quiescenza di Tamburino, il rettore Zimbone indice una procedura valutativa per la copertura di due posti di professore di II fascia riservata ai ricercatori a tempo indeterminato in servizio nell’Ateneo, «cucito» addosso a Bombino e Zema. Il rettore – nelle intercettazioni – spiega di aver dovuto modificare la richiesta di Tamburino il quale, commettendo un grave errore, aveva indicato i nomi dei due associati – «siamo partiti che lui aveva scritto i nomi, cioè cose che no stanno né in cielo né in terra, per farci arrestare» – sottolineando anche come fosse necessario che dal programma trasparisse la necessità di due associati – «ci sono buone probabilità che incontriamo degli ostacoli» -, enfatizzando il livello scientifico del programma stesso e la mole del carico di lavoro richiesto – «va impolpato, cioè per dare l’impressione che se… che sono due attività poderose, che un associato non ce la fa» -, invitando Bombino e Zema a suggerire eventuali elementi da evidenziare allo stesso fine.

Ad avviso del giudice appare evidente dal tenore delle conversazioni intercettate che «Zimbone abbia assunto la direzione strategica dell’intera manovra […] al fine di far sì che il programma, mediante forzature, prevedesse l’esigenza di due posti di II fascia del ruolo di professore ordinario, così da sistemare i due prescelti». Per questo aveva previsto anche una sorta di piano “b” ove le cose non fossero andate in un certo modo, consentendo al docente di poter revocare la domanda.

L’assegno di ricerca

«Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette» cantava Francesco De Gregori. A cantare la ballata sul palco dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria sono però i due docenti del Dipartimento di Agraria molto conosciuti in città: Demetrio Zema e Giuseppe Bombino che si adoperano con il rettore Zimbone per assicurare al ricercatore – «che a luglio è scoperto sto povero ragazzo» – uno degli assegni di ricerca triennali del futuro bando di cui al D.R. n.246 del 7/8/2019. «Non ha grandissime capacitò lo sappiamo – diceva Bombino al collega – fa tutto, ma nella nostra proiezione dobbiamo anche porci il problema di come valorizzarlo…».

Zimbone lo informa che entro due mesi verranno banditi i posti di assegnista di ricerca a supporto dei laboratori e che prenderanno servizio il successivo primo di ottobre. Ad Agraria ne spetteranno sette: «Lui è totalmente nostro quindi – dice Zimbone nella conversazione con Bombino e Zema – … ci sarebbe da sperare se… con un poco di fortuna, tra sette domande… li devo bandire per forza gli altri sette, io questi li devo bandire per forza… e questi saranno i tecnici del futuro, perché poi, se i dipartimenti sono in grado di procurarsi i soldi, per dodici anni si possono mandare avanti… questo è quello che ho dichiarato, no?… ora è arrivato il momento che devo bandire… non dite niente a Tamburino eh…».

Per gli inquirenti i propositi di Zimbone di creare le premesse per l’assegnazione in favore del giovane è così serio che lo stesso si informa da Bombino delle credenziali di cui dispone il ragazzo. La “gara” è con un’altra persona indicata come “Sara”. Bombino si prodiga per raccogliere le informazioni necessarie: anno di laurea e pubblicazioni, da comparare con quelli di Sara. Lei laureata nel 1993, un dottorato nel 2004 e con all’attivo otto pubblicazioni. Pietro invece, laureato nel 2007, un dottorato nel 2011 e nove pubblicazioni. Nel tardo pomeriggio di quella giornata, il 23 maggio 2019 – dopo una riunione con i direttori dei vari Dipartimenti, il rettore Zimbone comunica a Bombino che quanto programmato andrà in porto. «Ehi Giuseppe, allora ho appena finito la riunione e quindi verrai messo tu come responsabile scientifico dell’assegno e credo che sia tutto a posto». Bombino ringrazia dicendosi felice. Insomma operazione riuscita e certificata dalla Polizia giudiziaria che hanno verificato come Pietro è risultato vincitore della “procedura selettiva per titoli e colloquio a n. 20 assegni di ricerca triennali per la collaborazione ad attività di ricerca”.

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