Inchiesta Clinica Malata, Fabrizio Tricarico Rosano torna libero

Il 27enne stava scontando la misura cautelare dal 4 giugno scorso. Risulta indagato nell'inchiesta riguardante la casa di cura privata di Belvedere Marittimo

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di Francesca  Lagatta
24 giugno 2020
13:22

Fabrizio Tricarico Rosano, 27 anni, non è più agli arresti domiciliari. Il giovane stava scontando la misura cautelare nella sua abitazione di Belvedere Marittimo dal 4 giugno scorso, nel giorno in cui la Guardia di Finanza del comando provinciale di Cosenza, aveva dato esecuzione all'operazione "Clinica Malata", inchiesta condotta e coordinata dalla procura di Paola per fare luce sui conti della casa di cura privata finita all'asta dopo il fallimento per bancarotta. La decisione è del Tribunale del Riesame di Catanzaro, a cui i legali del giovane si erano rivolti.

Imprenditore della sanità privata appena maggiorenne

Fabrizio Ticarico Rosano, che oggi di anni ne ha 27, ha cominciato a gestire la società "Casa di Cura Tricarico Rosano Srl" appena maggiorenne, ereditando una situazione fortemente debitoria dalla società "Ninetta Rosano Srl", intestata a Carmen Rosano, nonna di Fabrizio, ma di fatto amministrata da Ciro e Pasquale Tricarico Rosano, rispettivamente padre e zio del giovane, anch'essi indagati. Oggi la clinica oggetto dell'inchiesta a firma del procuratore Pierpaolo Bruni, si chiama "Tirrenia Hospital" ed è gestita dal Gruppo Crispino, facente capo all'imprenditore Giorgio Crispino, persona del tutto estranea ai fatti sin qui contestati dalla magistratura paolana.


Ciro e Pasquale Tricarico Rosano ancora ai domiciliari

Restano invece agli arresti domiciliari Ciro e Pasquale Tricarico Rosano. Entrambi hanno lasciato il carcere dieci giorni dopo il blitz della Guardia di Finanza. Nessuna misura cautelare applicata, invece, per la 91enne Carmen Rosano. Gli indagati, a vario titolo, dovranno rispondere innanzi ai giudici dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati finanziari. Secondo il quadro accusatorio formulato dagli inquirenti, mentre la clinica affogava nei debiti, i Tricarico Rosano distraevano fondi dalle casse aziendali per spese di carattere personale, oppure li trasferivano all'estero sui conti di società rientranti nelle loro disponibilità.

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