’Ndrangheta

Giustiziato davanti alle figlie: la pioggia di fuoco dei «feroci» Piscopisani sull’uomo di fiducia del boss Pantaleone Mancuso

La Dda di Catanzaro ricostruisce le fasi dell’omicidio di Michele Palumbo. Lo stratagemma della scala a pioli per portare a compimento l’agguato e i 24 bossoli ritrovati nel cortile. Il pentito Moscato: «Ucciso per volere dei Tripodi: dovevamo estromettere “Scarpuni” dalle estorsioni»

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di Alessia Truzzolillo
7 maggio 2024
06:15

La definisce «feroce consorteria dei Piscopisani» il gip di Catanzaro Luca Bonifacio riferendosi alla cosca che si è insediata nel quartiere Piscopio di Vibo Valentia. Un esempio di questa ferocia si registra con l’omicidio di Michele Palumbo avvenuto l’11 marzo 2010 mentre l’uomo si trovava nel cortile della propria casa in contrada Corvo di Vibo in compagnia di un conoscente. Per questo delitto sono stati tratti in arresto, in seguito alle indagini della Dda di Catanzaro, Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo, Michele Fiorillo, Salvatore Tripodi, Francesco D’Ascoli e Salvatore Antonio Vita.

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Il delitto davanti alle figlie

Palumbo, assicuratore di 45 anni ritenuto molto vicino al boss Pantaleone Mancuso detto Scarpuni, era appena rientrato dalla palestra dove era andato a prendere le figlie. La moglie sentirà le colpi di arma da fuoco e le urla delle ragazzine. L’amico spiega alle forze dell’ordine di avere accompagnato Palumbo a prendere le figlie e, rientrando, nell'oltrepassare il cancello di ingresso con a fianco una delle ragazze, aveva udito numerosi colpi d'arma da fuoco, a seguito dei quali si era dato alla fuga lungo la ferrovia, dopo aver percorso il cortile interno e scavalcato il muretto di recinzione. Successivamente era tornato indietro, trovando Palumbo steso a terra, con le figlie e la moglie accanto a lui disperate, che avevano già provveduto a chiamare i soccorsi. Le figlie hanno raccontato di avere visto due persone in mimetica e passamontagna che avevano iniziato a sparare per poi darsi alla fuga a bordo di un’auto. Uno dei due si era avvicinato al padre, ormai esanime, per sparare ancora contro di lui.


La scala a pioli per risalire la scarpata ed effettuare l’agguato

Gli esami della Polizia scientifica hanno rilevato che a sparare sono state due pistole semiautomatiche 9x19 (10 bossoli trovati nel cortile) e 9x21 (14 bossoli trovati nel cortile). Ma, soprattutto, un mese dopo l’omicidio, il 7 aprile 2010, i familiari della vittima hanno trovato, in una scarpata difronte all’abitazione, una lunga scala a pioli presumibilmente utilizzata dai sicari per risalire la scarpata stessa, dando loro l'opportunità di attendere, inosservati, l'arrivo della vittima. E non è mancato il tratto distintivo dell’agguato di mafia: la macchina bruciata con armi e caricatori all’interno.

Colpire l’uomo di fiducia di Scarpuni per colpire i Mancuso

Il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato ha raccontato che Michele Palumbo è stato ucciso per volere della cosca dei Tripodi, con la cooperazione del gruppo dei Piscopisani. L’omicidio di un uomo di fiducia di Pantaleone Mancuso era finalizzato a colpire la cosca rivale per riaffermare il controllo sul territorio soprattutto per quanto riguardava le estorsioni. Moscato ha appreso tutto da Rosario Battaglia, che si è attribuito la responsabilità dell’agguato, e da Salvatore Tripodi.

Moscato racconta che l’omicidio Palumbo rappresentò certamente uno spartiacque nei rapporti tra le cosche e «aveva la finalità di estromettere definitamente Scarpuni con gli imprenditori nella predetta zona. Prima di tale omicidio già vi erano dei malumori sia da parte dei Piscopisani che i Tripodi per tale influenza del Mancuso Scarpuni nella zona, e quindi decidemmo entrambi i gruppi di assassinare Palumbo, tanto è vero che del gruppo di fuoco facevano parte sia esponenti dei Piscopisani che dei Tripodi».

Le estorsioni divise tra Piscopisani e Tripodi

Moscato, inoltre, racconta che c’era un imprenditore che pagava il pizzo a Pantaleone Mancuso e per questo motivo era stato punito con un danneggiamento. Sempre in tema di estorsioni, Moscato spiega che «la saldatura del gruppo dei Piscopisani con quello dei Tripodi e avvenuto negli anni 2005 2006, allorché Battaglia Rosario ha iniziato ad avere rapporti con Tripodi Salvatore, e successivamente nel 2007 2008 con Fiorillo Michele e Fiorillo Rosario. Pertanto avvenuta questa saldatura con la cosca Tripodi e quella dei Piscopisani, gli imprenditori pagano indistintamente o noi o i Tripodi».

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