C'è tensione a San Luca, nel cuore dell'Aspromonte, per il trasferimento nello stadio comunale di Locri, della tradizionale festa della Madonna della Montagna alla quale, ogni anni, partecipano migliaia di persone.

La decisione di spostare la messa a Locri, è stata presa in sintonia dalla Diocesi di Locri - Gerace, con il vescovo Francesco Oliva, e dal commissario prefettizio del Comune di San Luca, Antonio Reppucci, «perché le strade che conducono a Polsi sono pericolose e anche non transitabili». A San Luca, però, le proteste da parte dei fedeli e del cittadini non si fermano e la tensione continua a rimanere alta.

La protesta in Municipio 

Lo stravolgimento, infatti, di una antica tradizione mariana e popolare radicata nel territorio aspromontano da secoli non è stata gradita e una nutritissima delegazione di cittadini di San Luca, composta da circa 150 persone presenti davanti al locale Municipio, ha incontrato la commissione straordinaria che da diversi mesi guida il Comune, dopo lo scioglimento. Nel corso dell'incontro le persone hanno ribadito che «la festa deve rimanere a San Luca perché è parte della nostra storia e della nostra identità. Se non può essere fatta qui per problemi di sicurezza, allora preferiamo che venga annullata. A Locri non ci andremo perché questa scelta offende e umilia la storia di secoli di Polsi».

Sono numerose le donne che si sono dette pronte a proseguire ad oltranza la mobilitazione, in forma sempre pacifica, se la Curia di Locri non tornerà sui suoi passi. Nella lettera della Curia si evidenzia che il 2 settembre, giorno della festa, la santa messa, presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, «sarà celebrata, in via eccezionale, nello stadio comunale di Locri».

La lettera del vescovo e i malumori

A San Luca a far affiorare i primi malumori, divenuti ben presto una sorta di protesta popolare, è stata la lettera ai fedeli devoti della Madonna della Montagna di Polsi diffusa dalla Diocesi di Locri - Gerace e firmata dal vescovo, Francesco Oliva. "«Quest'anno giubilare Polsi - si legge nella lettera - diventa montagna dell'attesa, che guarda alle possibilità di un riscatto futuro».

«Il nostro santuario, inaccessibile ed impraticabile per lavori in corso - prosegue il vescovo - resta in attesa di ripresentarsi ai fedeli in tutto il suo splendore, adeguatamente messo in sicurezza e restaurato. Alla Madonna della Montagna chiediamo di continuare ad esserci vicina, pur senza poterci recare al Santuario. Il giubileo ci chiede di non perdere la speranza. Sono tanti i segni concreti di speranza. Penso all'inizio e alla messa in sicurezza della strada che da Cano scende a Polsi, ai lavori di messa in sicurezza dello stesso Santuario, al completamento del percorso della Via Crucis, alla messa in sicurezza delle balconate ed agli intonaci esterni di alcuni alloggi dei pellegrini».

Vale la «pena accettare il sacrificio di privarci quest'anno del pellegrinaggio a Polsi. Lo faremo con gioia e più sicurezza quando tali urgenti lavori saranno completati. Queste novità rispetto al programma tradizionale, come è facile intuire dovute a ragioni oggettive, definite di concerto con la autorità preposte, non devono sconvolgerci o rattristare, ma essere accolte come prove che rafforzano la nostra fede», conclude monsignor Oliva. Il vescovo ha anche annunciato che la sera dell'1 settembre, nella veglia di preghiera con i giovani, nella chiesa parrocchiale di San Luca, sarà presente il cardinale Matteo Zuppi.