L'importanza del dialogo e le implicazioni delle recenti riforme sulla separazione delle carriere e sulle intercettazioni, evidenziando i potenziali rischi per le libertà costituzionali. Ecco l’intervista
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In un’epoca di profonde trasformazioni per la giustizia italiana, la Pm Adriana Di Vaio della Procura di Palmi si distingue per la sua visione innovativa e per l'impegno nel promuovere un dialogo costruttivo tra magistratura, cittadinanza e avvocatura.
Durante l'intervista nel format “A Tu per Tu” de ilReggino.it, Di Vaio ha sottolineato l'importanza di una magistratura che non sia percepita come distante, ma come parte integrante della società civile. Ha evidenziato come il confronto con i cittadini e l'avvocatura sia fondamentale per garantire un equilibrio nel sistema giudiziario e per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
La discussione si è poi focalizzata sulla riforma costituzionale della magistratura. Di Vaio ha spiegato che il nodo cruciale della riforma è la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Secondo la Pm, tale separazione potrebbe compromettere l'indipendenza e l'autonomia del pubblico ministero, rischiando di influenzare negativamente l'equilibrio tra le parti nel processo penale.
Un altro tema affrontato è stato il recente decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, noto come “decreto sicurezza”, che introduce modifiche significative alla disciplina delle intercettazioni. Di Vaio ha espresso preoccupazione per le nuove disposizioni che limitano la durata delle intercettazioni a 45 giorni, salvo specifiche deroghe motivate.
Ha sottolineato come queste restrizioni possano ostacolare le indagini su reati gravi, come quelli di criminalità organizzata, e ha messo in guardia sui rischi che tali riforme comportano per le libertà costituzionali, in particolare per il diritto alla privacy e alla libertà di comunicazione.
In conclusione, Adriana Di Vaio ha ribadito la necessità di una magistratura che sia al servizio dei cittadini, trasparente e aperta al dialogo, ma ha anche lanciato un monito: le riforme devono essere attentamente valutate per evitare che, nel tentativo di migliorare il sistema, che presenta comunque altre emergenze, si compromettano i principi fondamentali dello Stato di diritto.