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Saranno dodici detenuti nelle carceri di Reggio Calabria gli apostoli a cui l'arcivescovo metropolita Giuseppe Fiorini Morosini laverà i piedi nel corso della messa "in coena Domini" che si terrà oggi pomeriggio alle 18 nella cattedrale reggina. Stessa scelta che Papa Francesco fece l'anno scorso quando, nel carcere di Rebibbia, celebrò il rito del giovedì Santo. "Un gesto concreto verso persone che vivono particolari momenti di sofferenza e solitudine" ha spiegato il Vescovo. "La Pasqua – ha dichiarato ancora il presule – va celebrata con la consapevolezza che dobbiamo fare memoria della storia della salvezza, per trasmetterla integra alle generazioni future, così come noi l'abbiamo conosciuta". Un gesto verso gli ultimi, come l'apertura della porta santa per il giubileo straordinario al porto di Reggio, luogo d'arrivo di migliaia di migranti. Una misericordia da cercare fuori, dice Morosini "dalle strutture di peccato che offuscano il nostro vivere comunitario: la corruzione, l'usura, la droga, la prostituzione, la delinquenza organizzata". "Non c'è Pasqua – ha concluso il presule - fino a quando resiste il loro regno di morte".