Impegno e dedizione

Lotta al bracconaggio, ecco gli angeli con la divisa che tutelano i tesori della Sila

Grandi amanti della natura e del territorio, si tratta di un piccolo distaccamento della Polizia impegnato ormai da anni a proteggere l’enorme patrimonio di biodiversità che popola ogni angolo dell’altipiano

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di Franco Laratta
10 dicembre 2021
16:42
Gianluca Congi e Giovanni Mancina
Gianluca Congi e Giovanni Mancina

Sui monti della Sila cosentina opera un piccolo distaccamento della Polizia Provinciale di Cosenza. Siamo a circa sessanta chilometri dal capoluogo. Quassù gli inverni sono lunghi, la neve spesso la fa da padrona e il territorio così bello e ricco di animali selvatici pretende protezione. Da molti anni un manipolo di agenti provinciali, con sede a San Giovanni in Fiore, s’impegna con i denti per tutelare l’enorme patrimonio di biodiversità che popola ogni angolo dell’altipiano, fatto di splendidi fiumi, boschi interminabili, praterie e luoghi spesso così ameni e difficili da esplorare. Conosco di persona Gianluca Congi e Giovanni Mancina, due fieri montanari, grandi amanti della natura e di questo territorio.

Loro per professione ma anche e soprattutto per passione svolgono un ruolo delicato: tutelare la Sila, la fauna e il territorio. Lo fanno da molti anni, sempre con l’immutato impegno. Giovanni è il più anziano, Gianluca il più giovane, li accomunano certamente il comune spirito di impegno e di dedizione. I risultati parlano chiaro del resto.


L’ultima notizia risale a pochi giorni fa, due persone armate di fucili fermate in pieno Parco Nazionale della Sila nel territorio di San Giovanni in Fiore. Inevitabile il sequestro delle armi e delle munizioni oltre che la denuncia all’autorità giudiziaria per vari reati. Soltanto due mesi fa avevano beccato un uomo del posto intento a catturare fauna particolarmente protetta, in questo caso era scattata una denuncia per furto aggravato venatorio e altri reati.

Sono decine e decine le denunce e i sequestri operati in questi anni, una lotta tenace, costante e quasi silenziosa. I due poliziotti provinciali della Sila hanno trovato di tutto e di più nei boschi silani: gente senza porto d’armi, persone che avevano ucciso o catturato specie particolarmente protette, detenzione di animali protetti, mezzi vietati per esercitare la caccia, micidiali richiami elettronici, trappole mortali come quelle che uccisero un lupo lo scorso anno, bracconieri sorpresi in riserve o parchi e altre più svariate tipologie di violazioni penali anche gravi. Importante l’impegno pure contro il maltrattamento degli animali, selvatici o meno poco importa, anche qui sono diversi gli interventi e i sequestri. Per l’impegno corale controllo la piaga del bracconaggio sono stati anche premiati. Il loro impegno però continua e continuerà al di là di ogni giusto riconoscimento, quello che conterà sarà solo la forza delle azioni, per una tutela concreta del territorio e della fauna selvatica del grande altipiano della Sila.

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