’Ndrangheta

Maestrale-Olimpo-Imperium, verso un nuovo maxiprocesso: chiesto il giudizio per oltre 200 imputati

Si profila un nuovo maxi processo contro le cosche vibonesi. In 57, su 284 imputati, hanno chiesto il rito abbreviato. Tra questi, l’ex presidente della Provincia di Vibo Andrea Niglia

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di Redazione
19 dicembre 2023
16:46

Un nuovo maxi processo contro le cosche vibonesi, con oltre 200 imputati, si profila all’orizzonte e potrebbe partire nell’aula bunker di Lamezia Terme. Ieri i sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci e Andrea Buzzelli, hanno concluso la discussione dell’accusa e hanno chiesto il rinvio a giudizio di coloro che non avevano chiesto il rito abbreviato. Su 284 imputati, implicati nell’udienza preliminare del procedimento Maestrale-Olimpo-Imperium, in 57 hanno chiesto il rito abbreviato. A chiedere il rito alternativo c’è anche l’ex sindaco di Briatico ed ex presidente della Provincia di Vibo, Andrea Niglia, difeso dall’avvocato Sergio Rotundo.

Per due persone l’accusa ha chiesto il non luogo a procedere: Giovanni Zuliani e Giuseppe Tulino. Ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato l’avvocato Francesco Stilo. Per tutti gli altri c’è la richiesta di andare a processo da parte della Dda di Catanzaro. Avranno ora inizio le discussioni delle difese e nel mese di gennaio 2024 è prevista la decisione del gup distrettuale Piero Agosteo.


Tre inchieste riunite contro le cosche del Vibonese

Il maxi processo vede la riunione di tre inchieste: Maestrale Carthago, Olimpo e Imperium.

L’operazione Olimpo è scattata il 26 gennaio 2023 e contava 56 arresti e un totale di 78 indagati. 
L’inchiesta Maestrale-Carthago è stata eseguita il 10 maggio 2023 e ha portato a 61 provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. L’inchiesta contava 167 indagati e ha colpito esponenti delle cosche quali gli Accorinti, Anello, Soriano, Galati.

L’operazione Imperium è scattata il sei luglio scorso e portò al fermo di 4 persone, più 48 indagati. L’inchiesta prende di mira l’impero criminale della famiglia Mancuso. Tra i fermati emerse la figura di Assunto Megna considerato «punto di riferimento dei vertici apicali della cosca sul comprensorio di Nicotera Marina».
Tra gli imputati risulta l’avvocato del foro di Vibo Francesco Sabatino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e uso di atto falso – in concorso col collaboratore Andrea Mantella – poiché avrebbe fatto uso di una scrittura falsa, allegata a un ricorso per Cassazione al fine di ottenere l'annullamento di una ordinanza emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro e far scagionare lo stesso Mantella da un reato di estorsione.

Coinvolto anche l’ex dirigente dell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia Cesare Pasqua, accusato di concorso esterno: per la Dda di Catanzaro sarebbe vicino alle cosche Mancuso e Fiarè.
È accusato di truffa aggravata l’ex presidente della Provincia di Vibo ed ex sindaco di Briatico, Andrea Niglia. Avrebbe, da sindaco di Briatico, illecitamente favorito favorito in un concorso pubblico il coindagato Filippo Mazzeo (soggetto di fiducia della criminalità organizzata).
Tra gli imputati compare anche Pasquale Anastasi, ex direttore generale del dipartimento Turismo della Regione Calabria, accusato di traffico di influenze illecite aggravato dalle modalità mafiosa.

Imputati anche i fratelli imprenditori Emanuele e Francescantonio Stillitani, accusati di estorsione aggravata.
È accusato di tentata violenza privata Francesco Tiburzio Massara, medico dirigente dell’Asp di Vibo Valentia che, con il concorso di Giuseppe Accorinti e Nazzareno Cichello, avrebbe tentato di costringere una dottoressa a ritirare le querele (per il reato di “stalking") sporte nei confronti di Massara.

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