Rizziconi tra dolore e rabbia per la morte di Denise. Il parroco: «Ragazza altruista». I genitori dei superstiti: «Colpa delle guide»
Parenti e amici sono arrivati in massa in contrada Manduca, dove viveva con la sua famiglia la studentessa che ha perso la vita durante una gita scolastica nel Pollino
Contrada Manduca è una campagna urbanizzata tra Rizziconi e Melicucco. È qui, nella villetta della famiglia Galatà, che sono arrivati in massa parenti e amici di Denise, non appena dal Pollino è rimbalzata la notizia del ritrovamento del suo corpo.
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Speranze finite e dolore incolmabile, che hanno preso il sopravvento e di cui si fa interprete don Nino Larocca. Il parroco di Rizziconi, preparandosi ad andare a dare conforto alla famiglia della studentessa morta durante una escursione nel fiume Lao, si lascia andare a un ricordo. «Denise suonava l'organo nella chiesa dell'Immacolata - dice il sacerdote trattenendo a stento la commozione -, faceva vita di parrocchia in linea con il suo carattere estremamente portato all'altruismo».
Restituisce il profilo di una ragazza sensibile e non incline alla trasgressione tipica della giovane età, il religioso, associando Denise come ad una perdita collettiva, che già la comunità sta vivendo. Anche i genitori dei ragazzi superstiti dell'incidente avvenuto durante la pratica del rafting, nella gita organizzata dal Liceo Rechichi che Denise frequentava a Polistena, non si danno pace.
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A mezza voce puntano l'indice contro l'organizzazione delle guide locali, difendendo cioè la scuola, e qualche mamma - prima di parlare col cronista - ha usato i social per rassicurare circa le condizioni della propria figlia, invocando una preghiera per Denise. Traumi, psicologici e fisici, che per il momento non hanno fermato i ragazzi, già interrogati dai carabinieri per avere una ricostruzione immediata delle fasi che hanno preceduto la caduta, e pronti a raggiungere contrada Manduca per stare vicini ai genitori, Michele e Barbara, e al fratello della sfortunata studentessa del corso in Lingue.