A otto mesi dalla scomparsa di suo marito, l’azienda non ha ancora comunicato ai familiari l’esito delle proprie indagini interne e secondo Caterina Perri «si nasconde dietro l’inchiesta della magistratura»
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“L’Asp di Cosenza continua a trincerarsi nel suo ingiusticabile ed indecoroso silenzio”. E’ un fiume in piena Caterina Perri. A otto mesi dalla morte di suo marito Serafino Congi, l’Asp non ha ancora comunicato alla famiglia di San Giovanni in Fiore l’esito delle indagini interne di cui aveva annunciato l’avvio in parallelo a quelle che, intanto, sta svolgendo la magistratura.
"Dopo mesi di ripetute sollecitazioni pubbliche della famiglia, della stampa, di numerose associazioni, cosa fa l'Asp di Cosenza?” evidenzia Caterina Perri, “Esce allo scoperto, ma lo fa nel peggiore dei modi calpestando i principi di correttezza e trasparenza in palese violazione della legge 241/90, a cui le Amministrazioni Pubbliche devono improntare la loro attività ed i rapporti con i cittadini”.
L’azienda sanitaria, a suo avviso, ricorre “all'espediente di nascondere le proprie responsabilità amministrative dietro l'indagine della Procura che, come dovrebbe essere noto anche ai dirigenti dell'Asp, svolge in autonomia le sue indagini in maniera del tutto indipendente e scevra dalle risultanze dell'indagine interna dell'Asp. D'altronde, a riprova di ciò, non mancano precedenti.
L' Asp di Cosenza è tenuta a rendere pubbliche le risultanze dell'indagine interna ed a comunicarle alla famiglia che ne ha fatto esplicita e formale richiesta”.
L’appello finale vale anche da monito: “Non ci si può continuare a nascondere. Sono inammissibili comportamenti così gravi ed irriguardosi che alimentano inquietanti interrogativi.
Quali sono i motivi che spingono a tanto un'amministrazione pubblica che dovrebbe garantire imparzialità, trasparenza e rispetto della legalità? Perché l'Asp non rende pubblici gli atti. Cosa c'è da nascondere? Cosa e chi bisogna coprire?”.