Un durissimo atto d’accusa contro la gestione del Comune. A intervenire è il “Comitato 18 Gennaio” che denuncia la gestione della cosa pubblica a San Giovanni in Fiore definendola opaca.

«Staffetta in famiglia al Comune: alla moglie subentra il marito. Una scelta che umilia la storia di San Giovanni in Fiore», scrive il comitato.

«Il recente comunicato dell’ex vice sindaco Salvatore Cocchiero scoperchia definitivamente il vaso di Pandora sulla gestione del Comune e rivela anche una verità amara: la nostra città è stata trasformata in un feudo. L’epilogo della vicenda Cocchiero è grottesco. Dopo averne impedito il subentro come sindaco facente funzione con atti viziati anche sul piano della legittimità, Cocchiero con uno scatto di orgoglio ritardato, si è dimesso da assessore denunciando arroganza e illegittimità della coppia Succurro-Ambrogio che ha gettato la maschera», continua il Comitato 18 Gennaio.

«Al posto del dimissionario, la nuova vice sindaca facente funzione Claudia Loria, all'uopo nominata dalla sindaca Succurro al momento della sua decadenza, ha nominato assessore Marco Ambrogio, marito dell’ex sindaca, sua dante causa. Alla spregiudicatezza non c'è limite!», accusa il comitato.

«Un atto grave che mortifica le istituzioni e riduce il Comune di San Giovanni in Fiore a un fatto privato, una dote matrimoniale da gestire in famiglia», sottolinea la nota.

«Di fronte a questo incredibile spettacolo, non possiamo esimerci da due riflessioni amare: come è possibile che si sia potuto arrivare a tanto? Come è possibile non rendersi conto dei processi che hanno segnato in questi anni la vita amministrativa del Comune di San Giovanni in Fiore?», scrive ancora il Comitato 18 Gennaio.

«L'ex assessore Cocchiero oggi parla di “arroganza” e “colpi bassi” confermando ciò che il Comitato 18 Gennaio denuncia da tempo e che solo i ciechi ed i sordi potevano non vedere, sentire, notare», si legge nel documento che critica l’utilizzo fatto del potere locale, della Provincia, di alcuni Enti regionali, assieme alla costruzione del consenso da parte dell’ex sindaca.

«Tuttavia c'è un limite a tutto. Quando l'arroganza assume i caratteri e le forme della prepotenza e dell'uso privatistico delle istituzioni non ci sono ragioni che possano giustificare silenzio, o peggio, accondiscendenza e sostegno», prosegue la nota.

«I cittadini al di là di ogni appartenenza politica hanno il dovere civico e morale di non subire e accettare passivamente pratiche e metodi che non troverebbero spazio in nessun altro Comune della Calabria per non dire d'Italia e d'Europa», afferma il comitato.

«Coloro che sono stati eletti a rappresentare i cittadini nel Consiglio Comunale, in particolare se in maggioranza, non possono consentire tanta degenerazione senza reagire – aggiunge il Comitato 18 Gennaio -, a loro va rivolta una domanda semplice senza alcun pregiudizio o spirito partigiano: è normale che il sindaco Succurro dopo la sua decadenza abbia potuto nominare un nuovo vice facente funzioni di sindaco con il compito di nominare assessore suo marito Ambrogio?».

«L'appartenenza alla maggioranza non può e non deve essere rinuncia alla propria dignità e al proprio dovere di rappresentare il popolo pretendendo il rispetto della legalità e degli elementi basilari della moralità e dell'etica pubblica», rimarca la nota.

«San Giovanni in Fiore non merita di essere governata da chi la usa come pedina di scambio o come ufficio di collocamento familiare – scrive il Comitato 18 Gennaio -, legalità, trasparenza, buon senso devono tornare ad essere la normalità nella nostra comunità».

«Il Comitato 18 Gennaio si farà carico di investire formalmente il Prefetto affinché sia garantito il rispetto della legalità e delle regole democratiche», annuncia la nota. «È tempo che i sangiovannesi riaffermino la dignità e l’autonomia che ha contrassegnato la loro storia. Fuori i mercanti dal tempio».