I disordini

Napoli, scontri al presidio pro Ghali. «Noi manganellati», c’è anche de Magistris

Sit-in di protesta di Potere al popolo e attivisti dopo le polemiche per la censura a Sanremo. L’ex sindaco: «Così si risponde a chi chiede giustizia per la Palestina»

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di R. P.
13 febbraio 2024
14:57

Momenti di forte tensione davanti alla sede della Rai di Napoli, in viale Marconi, per una manifestazione organizzata dopo le polemiche seguite all'esibizione di Ghali a Sanremo e il comunicato dell’ad Sergio sul conflitto israelo-palestinese. Alcuni manifestanti volevano affiggere uno striscione ma il tentativo è stato bloccato dalle forze dell'ordine. Ci sono stati spintoni e manganellate.

La manifestazione è stata organizzata da Potere al Popolo, Rete per la Palestina Libera e disoccupati con l'ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Molti hanno tra le mani la scritta 'IsRAIele'. Altri indossano maschere dell'alieno che ha accompagnato sul palco dell'Ariston il cantante mentre l'acronimo Rai è diventato 'Rai televisione IsRAIeliana'.


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Circa duecento le persone davanti all'ingresso piantonato dalle forze di polizia. All'esterno della sede Rai sono esposte bandiere della Palestina e diversi cartelli, oltre a foto di bambini uccisi durante il conflitto in Medio Oriente. Almeno tre, a quanto si apprende, gli attivisti rimasti feriti durante gli scontri con le forze dell'ordine. Oltre a loro anche un fotoreporter presenta una ferita al sopracciglio.

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«Stamattina ero davanti alla Rai di Napoli per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio». Lo scrive sui social Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli. «Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria», conclude de Magistris.

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