«Le Ong costituitesi parte civile chiedono che sia chiarita la sequenza di eventi ed omissioni che hanno portato a uno dei più tragici naufragi della storia italiana. Proprio il processo potrebbe essere l’occasione giusta per fare luce su tutti i passaggi critici, sulle responsabilità dei sei imputati e, auspicabilmente, anche su quelle dei funzionari e delle autorità di livello più alto». È quanto affermano, in una nota, le associazioni Emergency, Louise Michel, Mediterranea Saving Humans, Sea-Watch, Sos Humanity e Sos Mediterranee all’indomani del rinvio a giudizio, disposto dal gup di Crotone Elisa Marchetto, di quattro militari della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo nel secondo troncone di indagine sul naufragio dei caicco Summer Love avvenuto il 26 febbraio 2023 davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro che ha provocato 94 vittime, tra cui 35 minori, e un numero imprecisato di dispersi.

Le ong figurano, insieme ai superstiti ed ai familiari delle vittime del naufragio, tre le 88 parti civili ammesse dal giudice all’udienza del 29 maggio scorso. «I tempi sono fondamentali per la buona riuscita delle operazioni di soccorso, per questo i ritardi nell’attivare interventi di salvataggio non sono un incidente ma una negligenza, che non può restare impunita – commentano le Ong – e in questo caso specifico le autorità italiane hanno ignorato il loro dovere di soccorso e l’omissione ha avuto conseguenze drammatiche. Non è accettabile e non si deve più consentire – si legge ancora nella nota - che i responsabili di questo come di altri naufragi restino impuniti mentre le persone continuano ad annegare. Il diritto internazionale, la tutela della vita e il dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare devono essere rispettati sempre, anche nel Mediterraneo. Emergency, Louise Michel, Mediterranea Saving Humans, Sea-Watch, Sos Humanity e Sos Mediterranee chiedono inoltre - conclude la nota delle Ong - di porre immediatamente fine alla criminalizzazione delle persone in movimento e di ripristinare efficaci operazioni di ricerca e soccorso in mare, auspicabilmente anche con una missione europea dedicata».