Dalle carte dell’inchiesta Monastero emergono le pressioni esercitate dalla cosca dei Ti Mangiu nonostante le indagini in corso: «Il boss aveva inveito contro i locatari per riscuotere le somme»
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Non sarebbe bastata neppure l’amministrazione giudiziaria a fermare le brame di controllo della cosca Labate. L’operazione “Monastero” contro la ‘ndrina dei Ti mangiu restituisce un quadro sulla gestione che la ‘ndrina aveva sul territorio sfidando ogni forma di controllo. E nelle carte si legge chiaramente di pressioni esercitate sui locatari di un locale adibito a palestra. Ma andiamo con ordine.
Nell’ambito dell’operazione Heliantus nel 2020, fu disposto il sequestro di una società riconducibile ai Labate. La stessa è proprietaria di un immobile dato in locazione per la palestra in questione. Già nello stesso anno del sequestro, l’amministratore giudiziario designato dal Gip comunicava di alcune problematiche legate alle interferenze della cosca che tentava di avvicinare i nuovi locatari dell’immobile.
La cosca, secondo la ricostruzione, avrebbe rivendicato il diritto a ricevere il pagamento dei canoni di locazione nonostante l’intervenuto sequestro. I “Ti Mangiu”, dunque, ignorando il provvedimento giudiziario «si arrogavano il diritto di riscuotere i frutti dell’immobile».
Gli inquirenti, grazie alle intercettazioni, sono riusciti a ricostruire anche questa vicenda che mostra come la cosca tentava di non perdere il controllo sul territorio.
«Il capo cosca – con enorme spregiudicatezza – si era recato presso la palestra ed aveva inveito contro i locatari, pretendendo il pagamento di somme ormai spettanti all’amministrazione giudiziaria».
Era “casa loro” con o senza vincolo giudiziario. E i “Ti Mangiu” hanno continuato a pretendere mostrando insofferenza verso quel controllo. Non ottenendo, tuttavia, una collaborazione da parte dei nuovi locatari, con il tempo la cosca ha abbandonato i tradizionali metodi tentando un approccio meno aggressivo pur di arrivare allo scopo, evidentemente preoccupati dalla presenza di un amministratore giudiziario.
Pur consapevoli delle indagini in corso e relative preoccupazioni connesse, non hanno mai mollato portando i nuovi locatari a pensare di spostarsi da quel territorio così sottopressione da quella ‘ndrina.