Un omicidio sventato grazie all’intervento del boss Rocco Anello. Questo racconta nel suo ultimo verbale il neo collaboratore di giustizia Sandro Ielapi, 49 anni, considerato componente della cosca di Borgia, e referente per il territorio di Girifalco. Ielapi racconta che in tempi antecedenti all’inchiesta Jonny – che colpì sia la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto che i Catarisano – venne a sapere da «Salvatore Abbruzzo e Francesco Gualtieri che avevano intenzione di uccidere un ragazzo di Borgia o di Roccelletta di Borgia».

La paura della vendetta

La ragione stava nel fatto che i due temevano «che il giovane volesse vendicare la morte del padre, morto ammazzato, ma non so, perché non ne parlarono mai, se questo omicidio era stato da loro commesso». Il collaboratore sarebbe stato portato anche a fare un sopralluogo in vista del delitto. Il verbale, imbiancato dagli omissis, non rivela troppi particolari di questa vicenda ma Sandro Ielapi racconta che «l'omicidio non fu commesso perché si intromise Rocco Anello, cui si rivolse il giovane, il quale per suo tramite fece sapere ad Abbruzzo e Gualtieri che non intendeva vendicare la morte del padre, per cui Rocco Anello chiese loro dì non ucciderlo».

L’omicidio del macellaio chiesto da Passafaro

Altro proposito omicidiario davanti al quale venne messo Ielapi fu quello di un «macellaio di Borgia, che aveva a che fare con i Cossari». L’omicidio, spiega il collaboratore, lo voleva Giulio Cesare Passafaro (ucciso nel 2008 a Borgia). «Mi recai alla macelleria con Citraro e ricordo che di questo omicidio parlammo in una casa vicina alla chiesa di Borgia e aveva un portone in alluminio ed era il luogo In cui In quel periodo ci recavamo per fare delle riunioni. Era una casa piccolina, di cui i Passafaro avevano le chiavi perché ci portavano loro al suo Interno».

Il piano consisteva nell’aspettare che la vittima designata «alla chiusura della macelleria, scendesse dalla strada del "pilacco”». I nomi dei partecipanti alle riunioni sull’omicidio sono stati omissati, tranne quelli di Ielapi, Vincenzo Tolone, Massimo Citraro e Giulio Cesare Passafaro. Il macellaio si sarebbe occupato anche del taglio di legna, attività che interessava pure i Cossari. Con Vincenzo Tolone, Ielapi avrebbe anche fatto un appostamento «davanti alla villa di uno dei Cossari per verificare la fattibilità dell'omicidio ai danni del macellaio con un fucile di precisione».