Secondo i pm, l’ex parlamentare cosentino avrebbe sfruttato relazioni e competenze per agevolare la Dussmann Service in una rete di mediazioni illecite. Udienza davanti al gip l’11 novembre
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L'ex deputato Pd, Ferdinando Aiello
Secondo la Procura di Palermo, Ferdinando Aiello, ex deputato del Partito Democratico e consulente della società Dussmann Service S.r.l., sarebbe parte di un gruppo di «lobbysti spregiudicati e avidi intermediari» che, sfruttando «il prestigio acquisito e la lunga esperienza in punto di interlocuzioni con le pubbliche amministrazioni», avrebbero piegato competenze e relazioni a scopi illeciti. È quanto si legge nella richiesta di misura cautelare avanzata dai magistrati palermitani nell’ambito dell’inchiesta su un presunto sistema di appalti pilotati nella sanità siciliana, che coinvolge 18 persone, tra cui Salvatore Cuffaro, Saverio Romano (deputato di Noi Moderati) e diversi dirigenti pubblici e imprenditori.
Nelle motivazioni della richiesta, la Procura diretta dal magistrato Maurizio De Lucia sottolinea la necessità di «rescindere del tutto qualsiasi legame con ambienti criminali come quello indagato, popolati da c.d. colletti bianchi che abbisognano costantemente di competenze e risorse di questo tipo, in modo da estromettere gli indagati da quei circuiti professionali e imprenditoriali che hanno consentito loro di maturare esperienza e competenze poi piegate alla realizzazione di scopi illeciti».
Il ruolo di Ferdinando Aiello
Aiello, 53 anni, originario di Rogliano, è indicato dalla Procura come una figura centrale nell’opera di mediazione tra politica, pubblica amministrazione e imprenditoria. L’ex parlamentare, oggi consulente, avrebbe messo a disposizione un «contributo di elevato valore professionale» a favore del gruppo che ruotava attorno a Cuffaro e Romano, agendo da intermediario nei rapporti con la Dussmann Service S.r.l., società al centro della presunta rete di corruzione.
Nel provvedimento si legge che, per Aiello, «ricorrono le esigenze cautelari di cui all’articolo 274, lettera c, c.p.p., in qualità di soggetto coinvolto nell’opera di intermediazione supra descritta, insieme all’onnipresente Cuffaro e a Romano Francesco Saverio, nella specifica qualità di consulente disposto a rendere il proprio contributo di elevato valore professionale al fine di agevolare la sintesi fra le (illecite) istanze dei pubblici ufficiali in grado di influire sulle gare di aggiudicazione e i gruppi imprenditoriali inclini a oliare le ruote dell’ingranaggio, che da tali aggiudicazioni trarrebbero ingenti profitti».
Secondo gli inquirenti, il contributo di Aiello sarebbe stato «reso nelle modalità più versatili possibili», variando dalla divulgazione di informazioni privilegiate e documentazione riservata alla predisposizione di soluzioni tecnico-amministrative utili a schermare gli scopi illeciti perseguiti da pubblici ufficiali e imprese. La Procura evidenzia che «l’attualità e concretezza del pericolo di reiterazione con riferimento a condotte di questo genere è tanto più spiccata alla luce della qualificazione professionale del soggetto di cui trattasi, in grado di fornire un contributo tecnicamente infungibile».
Il contesto dell’inchiesta
L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros, riguarda un presunto sistema di favori, mediazioni e scambi di utilità che avrebbe condizionato per anni l’aggiudicazione di appalti pubblici in Sicilia, soprattutto nel settore sanitario. Al centro, anche la gara per i servizi di ausiliariato e supporto bandita dall’Asp di Siracusa, nella quale - secondo la ricostruzione degli inquirenti - sarebbero intervenuti Cuffaro, Romano, Aiello, Abbonato, Mazzola, Marchese e Dammone, oltre all’allora direttore generale Alessandro Maria Caltagirone.
La Procura sostiene che Caltagirone, «in esecuzione di un medesimo disegno criminoso», avrebbe compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio per agevolare la Dussmann Service, in cambio di assunzioni, contratti e vantaggi economici. A sua volta, la società tedesca – rappresentata da Marchese e Dammone – avrebbe ottenuto, grazie all’intervento degli intermediari, l’aggiudicazione dell’appalto e il rafforzamento del proprio ruolo nelle strutture pubbliche.
Le esigenze cautelari
Nella richiesta firmata dalla Procura di Palermo si legge inoltre che per Aiello, come per gli altri principali indagati, «le misure risultano assolutamente necessarie e indispensabili per evitare che gli indagati possano concretamente beneficiare delle occasioni derivanti dal prestigio acquisito e dalla lunga esperienza in punto di interlocuzioni con le pubbliche amministrazioni maturata nei tanti anni di mediazione fra imprenditoria, pubblica amministrazione e politica». Il documento prosegue evidenziando il rischio che, in assenza di misure restrittive, tali capacità e relazioni possano essere nuovamente impiegate per influenzare il sistema degli appalti pubblici regionali, sfruttando «le entrature possedute dal Cuffaro presso gli enti della pubblica amministrazione siciliana e presso la politica regionale».
L’udienza davanti al gip
Aiello, insieme agli altri indagati, è stato convocato per l’11 novembre 2025 davanti al gip del Tribunale di Palermo. Solo dopo gli interrogatori il giudice deciderà se accogliere o meno la richiesta di misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dalla Procura palermitana. Aiello è difeso dall’avvocato Enzo Belvedere.

