Resta in prognosi riservata il ceramista di Seminara che ieri è stato colpito dalla pesante struttura in ghisa che si è abbattuta sulla sua bancarella. Il fratello: «È vivo per miracolo»
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Antonio Ditto, a destra il lampione che si è abbattuto sul suo banco
Ha subito l’amputazione del pollice, ha diverse costole fratturate, lesioni ai polmoni e un taglio alla testa che ha richiesto 14 punti di sutura. I medici non hanno sciolto la prognosi, che resta riservata. In serata è stato sottoposto a una nuova risonanza magnetica per stabilire l’effettiva gravità delle sue condizioni ed escludere eventuali danni alla colonna vertebrale.
Antonio Ditto, ceramista di Seminara di 63 anni, è in condizioni critiche ma è vivo. Sul suo corpo è piombato lampione in ghisa della pubblica illuminazione, il cui peso può arrivare fino a 500 chili. «Mio fratello è vivo per miracolo», racconta Felice, che da ieri presidia la bancarella del congiunto.
I ceramisti sono rimasti in piazza della Repubblica, a pochi passi dall’area delimitata dal nastro bianco e rosso dove, ieri mattina poco prima delle 8, il lampione si è abbattuto su uno degli stand allestiti per la tradizionale fiera di Ognissanti.
Le verifiche sul palo hanno evidenziato evidenti segni di corrosione e ruggine alla base, oltre a un cedimento netto nella struttura. A causa dell’incidente, piazza della Repubblica è stata chiusa al transito veicolare e pedonale a tempo indeterminato, per consentire controlli su tutti i pali della luce presenti nell’area. Alcuni lampioni sono stati rimossi già nella giornata di ieri. «Aspettiamo che mio fratello esca dall'ospedale con le proprie gambe», l'augurio di Felice.


