Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Raffaela Sforza, ha invocato tre condanne nell’ambito del processo d’appello bis sulle presunte pressioni che i familiari avrebbero esercitato nei confronti di Emanuele Mancuso nel momento in cui il giovane aveva deciso di collaborare con la giustizia.
Il pg ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi nei confronti di Giuseppe Salvatore Mancuso, fratello del collaboratore, per quanto riguarda l’aggravante mafiosa sui reati di detenzione di arma clandestina e ricettazione.
Un anno e 4 mesi di reclusione sono stati invocati nei confronti di Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere, e Giovannina Ortensia del Vecchio, rispettivamente madre e padre del collaboratore, accusati di violenza privata proprio in relazione a una serie di pressioni che avrebbero messo in campo per impedire a Emanuele Mancuso di proseguire con la collaborazione.

In particolare Giovannina Del Vecchio avrebbe contattato l’ex compagna di Mancuso, Nensy Vera Chimirri, cercando di verificare come far tornare sui suoi passi il figlio e avvertendo anche il marito: «Tuo figlio si è fatto collaboratore… è uscito pazzo tuo figlio», facendo in modo l’Ingegnere si rendesse irreperibile per diversi mesi.
Del Vecchio avrebbe, inoltre, affidato messaggi a Chimirri da portare al figlio detenuto. La strategia avrebbe previsto di mettere in mezzo la figlia appena nata di Mancuso. Da una parte le minacce (anche quella di farlo passare per pazzo) e dall’altra le promesse come quella di comprargli un bar da gestire in Spagna dove andare a vivere una nuova vita.

La Cassazione, lo scorso gennaio, aveva accolto il ricorso dei difensori di Pantaleone Mancuso e Giovannina Del Vecchio sul reato di violenza privata. La stessa Suprema Corte aveva confermato le assoluzioni della zia del collaboratore, Rosaria Del Vecchio e della sorella Desiree Mancuso.

In appello sono state riunite, davanti ad un’unica Corte, a quelle dei Mancuso e Del Vecchio, anche le posizioni di Nensy Vera Chimirri, per il reato di violenza privata, e di Francesco Paolo Pugliese, per l’aggravante mafiosa sui reati di detenzione di armi e ricettazione.
Lo scorso 19 settembre il pg ha chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi per Nensy Vera Chimirri e la conferma della condanna di primo grado, 6 anni, per Pugliese.

Nel collegio difensivo gli avvocati Francesco Sabatino, Francesco Capria, Giosuè Bruno Naso, Mario Santambrogio, Diego Brancia, Daniela Garisto.
Nel procedimento è parte civile Emanuele Mancuso, difeso dall’avvocato Antonia Nicolini.