Giudizio di merito del gup di Catanzaro contro una presunta articolazione del clan degli “zingari” di Cassano. Per alcuni imputati pene più alte delle richieste avanzate dalla Dda
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Il gup di Catanzaro Lidia Gennaro ha emesso la sentenza di primo grado, con rito abbreviato, del processo Athena 2, scaturito da un’inchiesta antimafia coordinata dalla Dda di Catanzaro. Il procedimento riguarda una presunta articolazione del clan degli “zingari” di Cassano all’Ionio, accusata di aver favorito la latitanza di Leonardo “Nino” Abbruzzese, all’epoca reggente del gruppo, sfuggito alla cattura nell’ambito della maxi operazione “Athena” sul narcotraffico nella Sibaritide.
Le contestazioni
All’imputazione, la Dda ha contestato a vario titolo i reati di favoreggiamento personale aggravato dall’agevolazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, condotte dai carabinieri, erano finalizzate a localizzare e arrestare Leonardo Abbruzzese, sottrattosi all’esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa nei suoi confronti.
La latitanza e il trasferimento a Bari
Le risultanze investigative hanno consentito di ricostruire le fasi della latitanza. In particolare, secondo l’accusa, il 17 ottobre 2023 Abbruzzese sarebbe stato trasferito da Spezzano Albanese a Bari a bordo di un’ambulanza riconducibile a un’associazione del Cosentino, condotta da un volontario di soccorso, così da eludere eventuali controlli di polizia. Nel capoluogo pugliese avrebbe trovato ospitalità presso i Lovreglio, all’interno di una villa dove è stato rintracciato e arrestato il 6 novembre 2023 dai carabinieri dei Comandi provinciali di Bari e Cosenza.
Le indagini hanno inoltre portato alla contestazione di un’associazione dedita allo spaccio di cocaina ed eroina, operante tra Spezzano Albanese e Terranova da Sibari, nonché di un’estorsione e di una tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso: la prima ai danni di un assuntore di stupefacenti per il recupero di un debito di circa 25mila euro; la seconda nei confronti di un imprenditore agricolo per il recupero di crediti.
Le condanne
Con la sentenza di primo grado, il gup Sara Merlini ha inflitto le seguenti pene:
- Antonio Abbruzzese: 5 anni e 6 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa
- Cosimo Abbruzzese: 15 anni e 2 mesi di reclusione
- Francesco Abbruzzese: 14 anni e 6 mesi di reclusione
- Leonardo “Nino” Abbruzzese: 13 anni e 6 mesi di reclusione
- Nicola Abbruzzese: 5 anni e un mese di reclusione e 1.000 euro di multa
- Giuseppe Cofone: 5 anni e 6 mesi di reclusione
- Angelica Forciniti: 2 anni e 8 mesi di reclusione
- Francesco Lovreglio: 2 anni e 5 mesi di reclusione
- Nicola Lovreglio: 2 anni e 5 mesi di reclusione
- Elisabetta Sciacovelli: 2 anni e 2 mesi di reclusione
- Eugenio Traversa: 2 anni e 2 mesi di reclusione
Processo Athena 2, le richieste dell’accusa
Il pubblico ministero antimafia Alessandro Riello aveva avanzato richieste di condanna complessivamente più elevate per gli Abbruzzese e per altri imputati, sollecitando pene che arrivavano fino a 17 anni di reclusione per Cosimo Abbruzzese e 15 anni per Leonardo “Nino” Abbruzzese, oltre a pene accessorie e sanzioni pecuniarie. Il giudice ha invece inflitto pene più alte rispetto alle richieste della Dda per altri imputati.
Le difese
Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Rossana Cribari, Pasquale Marzocchi, Natale Ermenegildo Morrone, Gianfranco Giunta, Matteo Cristiani, Marcello Manna, Enzo Belvedere, Nicoletta Grandinetti, Roberto Tartaro, Ettore Zagarese, Pasquale Di Iacovo, Andrea Sarro e Cesare Badolato.

