Stop a repliche e controrepliche. Il tribunale collegiale di Cosenza ha messo la parola fine al "dibattito" tra pubblica accusa e difesa sulle posizioni degli imputati coinvolti nel processo Reset. Il presidente Carmen Ciarcia, al termine degli interventi dei pubblici ministeri Corrado Cubellotti e Vito Valerio e degli avvocati difensori, che hanno contestato nuovamente le ricostruzioni accusatorie, ha rinviato l'udienza al 15 luglio per la sentenza di primo grado. Il dispositivo sarà letto dalle 17 in poi nell'aula bunker di Castrovillari.

Processo Reset, repliche e controrepliche

Oggi i pm antimafia della Dda di Catanzaro hanno ripreso i temi investigativi delle posizioni di una parte degli imputati. Tra questi Marcello Manna, Giuseppe Bartucci e Andrea Mazzei.

Il processo Reset, com'è noto, è cominciato nel settembre del 2023 a Lamezia Terme, nell'aula bunker, dove in precedenza si era svolto il processo Rinascita Scott, l'inchiesta antimafia contro le cosche del Vibonese.

Il procedimento penale cosentino riunisce invece le indagini contro i presunti sette sottogruppi di 'ndrangheta operanti tra Cosenza, Rende e Roggiano Gravina. Per la Dda di Catanzaro dal 2012 in poi sarebbe stata costituita una confederazione mafiosa composta dal clan "Lanzino-Patitucci" e dalla cosca degli "zingari" di Cosenza. I proventi delle sospette attività illecite sarebbero poi confluiti nella cosiddetta "bacinella comune".

Tra i reati contestati associazione mafiosa, narcotraffico, usura, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, rivelazione del segreto d'ufficio, voto di scambio politico-mafioso e associazione a delinquere finalizzata al gioco d'azzardo (capitolo Gaming).

A metà luglio dunque il primo giudizio di merito del rito ordinario.