È asfissiante il controllo della cosca Labate sul territorio reggino. E le carte della recente operazione “Monastero” contro la ‘ndrina dei “Ti mangiu” restituiscono diversi spaccati di come una rete ben organizzata tentava di infiltrarsi nelle attività del territorio imponendo un controllo pressante.

Anche il titolare di un noto bar è stato intercettato mentre, sfogandosi con il figlio, «manifestava la sua frustrazione per le continue pressioni rivoltegli dai vertici della famiglia mafiosa, i quali - tra l'altro - lo costringevano a rifornirsi di prodotti alimentari presso ditte da loro sponsorizzate».

L’imprenditore raccontava che, dopo gli arresti dell’operazione Heliantus, all’interno della ‘ndrina Labate si diffondeva un forte timore di nuovi provvedimenti, che induceva i membri a maggiore cautela. Nonostante ciò, il clan dei “Ti mangiu” tornava ad attivarsi appena possibile, riprendendo le attività estorsive.

L’uomo esasperato dalle richieste si domandava perché continuassero ad importunarlo, in particolare, sull'imposizione della panna, che era indotto a comprare - per le esigenze dei suoi esercizi commerciali - presso un fornitore contiguo alla cosca. «I recenti arresti avevano liberato la zona dall'ingombrante presenza di molti esponenti apicali del sodalizio mafioso, ma Franco Labate - quale rappresentante del fratello detenuto Pietro - imperversava ancora sul territorio».

Dalle carte emerge come, nonostante la volontà manifesta di mantenere un profilo basso dopo gli ultimi arresti, non esitavano a perpetrare ritorsioni contro chi non ottemperava ai loro diktat estorsivi. Nonostante i tentativi di limitare l’esposizione criminale, però, la pressione sugli imprenditore rimane evidente nelle riflessioni amare degli stessi commercianti operanti nella zone di Gebbione pressati da continue richieste. L’uomo, infatti, doveva necessariamente, se aspirava al quieto vivere, «venire a patto con i Labate, accettando di acquistare le materie prime dai fornitori da loro indicati. Diversamente, troppo alto era il rischio di subire pesantissime intimidazioni, come quella di recente perpetrata» ai danni di un altro noto bar reggino.

«Uno deve campare e fa campare quello che te ne fotte... inc... campi tu ... fai campare pure a loro ...inc... non hai problemi, hai capito? Ti esce il tuo e fai campare pure a loro in qualche maniera, ti portano il latte che te ne fotti (...) lo compri, favorisci e loro sono contenti (...) così funziona punto (...) altrimenti fanno come a coso, hai capito?».