«La ‘ndrangheta qui ha perso»: riapre la tabaccheria del testimone di giustizia Zappia

L’imprenditore di Nicotera denunciò e fece arrestare i suoi estorsori. Il coordinamento di Libera Vibo: «Ha perso la legge del silenzio, della rassegnazione e della paura»

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di Redazione
2 settembre 2020
17:26
A sinistra Carmelo Zappia nel corso di una conferenza stampa
A sinistra Carmelo Zappia nel corso di una conferenza stampa

Il 4 settembre a Nicotera non sarà una data come le altre. Ma sarà il giorno in cui riaprirà la tabaccheria di Carmine Zappia, l’imprenditore, oggi testimone di giustizia, che ha denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori.

«Una saracinesca che riapre, un uomo coraggioso che ritorna al suo lavoro, uno Stato credibile e forte. La ‘ndrangheta ha perso. Perché sì, bisogna gridarlo a gran voce che a Nicotera la ‘ndrangheta ha perso, ha perso la legge del silenzio, della rassegnazione e della paura» - scrive il coordinamento Libera Vibo in una nota.

«Abbiamo gioito alla notizia della riapertura dell’attività, sicuramente un importante nuovo inizio per Zappia, ma che ha un valore immenso per tutto il territorio vibonese perché alimenta ancora di più la speranza del riscatto per un’intera comunità, chiamata a mostrare senza tentennamenti da che parte sta.

La grande sfida verrà giocata all’indomani del 4 settembre, quando, dopo i clamori e le giuste attenzioni mediatiche, subentrerà la quotidianità dei cittadini e delle cittadine, che speriamo possano scegliere un consumo critico e responsabile per costruire una società la cui economia è eticamente orientata. A supporto della scelta coraggiosa di Zappia dovrà, infatti, esserci il calore ed il sostegno della gente.

Spesso - si legge ancora - a margine di incontri, convegni e formazioni riecheggia il solito: “Ma io, semplice cittadino, cosa posso fare?”. La verità è che la forza del riscatto di questa terra risiede proprio nelle piccole scelte del singolo, dallo scegliere gli esercizi commerciali degli imprenditori, che hanno tuonato contro la ‘ndrangheta difendendo la loro dignità e il diritto e la libertà di fare impresa, alla coscienziosa scelta dentro le urne.


La storia di Carmine, gigante buono dal sorriso gentile, deve essere raccontata nelle case, nelle piazze, ai giovani, tra la gente affinché il suo vissuto acquisti forza educativa ed ispiri le azioni degli altri. Lontano dalla retorica dell’eroe, diffondendo, invece, il credo del civismo e della responsabilità, il nostro auspicio è che Carmine possa essere da monito per gli altri imprenditori e commercianti del nostro territorio affinché trovino la forza di affrancarsi dal giogo soffocante della criminalità organizzata».

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