Alcuni di loro restano detenuti per altre operazioni ma la gran parte è tornata in libertà per le riduzioni di pena e la scadenza dei termini massimi di custodia cautelare. Attenderanno a piede libero il giudizio della Cassazione
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Ha retto il reato di associazione mafiosa, la principale accusa mossa con l’operazione Rinascita Scott. È venuta meno solo la contestata aggravante legata al finanziamento delle attività economiche controllate con il provento di delitti. Alcuni imputati, inoltre – l’ex agente della Dia Michele Marinaro e l’ex comandante della Municipale di Vibo, Filippo Nesci - si vedono cancellate le pene inflitte in primo grado (10 anni Marinaro, 4 anni Nesci) poiché i reati loro contestati sono stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione dalla Corte d’Appello di Catanzaro.
Atteso che è regola cardine del sistema processuale italiano assolvere (anche per la vecchia insufficienza di prove) anche dinanzi a reati ormai prescritti, ciò significa che i giudici non hanno ritenuto di avere in mano prove che dimostrano l’estraneità di Marinaro e Nesci per i reati loro contestati, tanto che per Marinaro la Corte ha confermato a suo carico le statuizioni civili decise in primo grado e dovrà quindi risarcire le parti civili.
Reati in parte prescritti anche per i fratelli Mario e Umberto Maurizio Artusa, titolari di negozi di abbigliamento a Vibo e Lamezia il primo condannato a 9 anni e 2 mesi, il secondo a 8 anni e 2 mesi.
Le scarcerazioni
A fronte di numerose condanne per associazione mafiosa, le riduzioni di pena e la scadenza dei termini massimi di custodia cautelare hanno portato la Corte d’Appello di Catanzaro ad ordinare 37 scarcerazioni, alcune anche di “peso”, attesa la caratura dei personaggi.
Lasciano così il carcere o i domiciliari: Ambrogio Accorinti, 62 anni, di Zungri, condannato a 14 anni di carcere; Pietro Accorinti, 64 anni, di Zungri (fratello di Ambrogio), condannato a 14 anni; Bruno Barba, 41 anni, di Vibo Valentia, condannato a 6 anni e 8 mesi; Franco Barba, 63 anni, di Vibo Valentia, condannato a 8 anni e 2 mesi; Giuseppe Barbieri, 33 anni, di Pannaconi di Cessaniti, condannato a 12 anni e 6 mesi; Michelangelo Barbieri, 32 anni, di Pannaconi di Cessaniti, condannato a 13 anni e 6 mesi; Francesco Bognanni, 52 anni, di Vibo Valentia, condannato a 12 anni e 6 mesi; Salvatore Bonavota, 37 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 12 anni; Nicola Bonavota, 49 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 17 anni e 6 mesi; Pasquale Bonavota, 51 anni, di Sant’Onofrio, assolto (in primo grado condannato a 28 anni di reclusione); Giuseppe Camillò, 51 anni, di Vibo Valentia, condannato a 18 anni e 8 mesi; Francesco Carnovale, 57 anni, di Vibo Valentia, condannato a 8 anni; Fortunato Ceraso, 53 anni, di Vibo Valentia, condannato a 12 anni; Domenico Cichello, 53 anni, di Filandari, condannato a 13 anni e 6 mesi; Francesco Cracolici, 49 anni, di Maierato, condannato a 15 anni; Antonio Curello, 52 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 12 anni; Saverio Curello, 47 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 12 anni; Nazzareno Curello, 64 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 12 anni e 6 mesi; Onofrio D’Urzo, 32 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 13 anni e 2 mesi; Luigi Federici, 27 anni, di Vibo Valentia, condannato a 18 anni e 6 mesi; Giuseppe Fortuna, 48 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 12 anni e 6 mesi; Salvatore Furlano, 57 anni, di Vibo Valentia, condannato a 13 anni; Giovanni Giamborino, 64 anni, di Piscopio, condannato a 13 anni e 6 mesi; Domenico Lo Bianco, 63 anni, di Vibo Valentia, assolto (la richiesta di pena ammontava a 24 anni); Michele Lo Bianco, 77 anni, condannato a 12 anni e 6 mesi (si trovava ai domiciliari); Mario Lo Riggio, 64 anni, di Vibo Marina, condannato a 7 anni e 2 mesi; Gaetano Lo Schiavo, 37 anni, di Sant’Onofrio, condannato a 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Mancuso, 35 anni, di Limbadi (figlio di Giovanni Mancuso), condannato a 12 anni e 8 mesi; Antonio Prestia, 57 anni, imprenditore edile di San Calogero, condannato a 12 anni; Vincenzo Pugliese Carchedi, 94 anni, di Vibo Valentia, condannato a 7 anni e 2 mesi (nonno del collaboratore Bartolomeo Arena); Agostino Redi, 63 anni, dentista di Limbadi, condannato a 6 anni e 8 mesi; Giovanni Rizzo, 53 anni, di Nicotera, condannato a 16 anni; Antonio Scrugli, di Vibo Valentia, condannato a 12 anni; Vincenzo Spasari, 64 anni, di Nicotera, condannato a 12 anni; Marco Startari, 36 anni, di Vibo Valentia, condannato a 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Suriano, 31 anni, di Vibo Valentia, condannato a 14 anni; Domenico Tripodi, 56 anni, di Portosalvo, assolto.
Da sottolineare che alcuni imputati per i quali ieri la Corte d’Appello di Catanzaro ha ordinato la scarcerazione non lasceranno comunque lo stato detentivo se detenuti per altri procedimenti penali dove sono attinti da altre misure cautelari. Per Rinascita Scott attenderanno in ogni caso a piede libero la successiva pronuncia della Cassazione.



