L’ex consulente di Tenuta del Castello figura tra gli indagati dell’inchiesta a carico del governatore dimissionario sui presunti incroci tra questioni societarie e nomine in enti pubblici. La telefonata con l’ex socio di Occhiuto in cui “scherzosamente” si passano in rassegna i mandati ottenuti
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«Fin quando c’è Roberto non me la tolgono ma Roberto non è eterno però». Il Roberto di cui amichevolmente si chiacchiera - in una conversazione intercettata e poi confluita in una informativa del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza - è il presidente (dimissionario) della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
La società Tenuta del Castello
Dai capi opposti del telefono Paolo Posteraro e Valentina Cavaliere, rispettivamente ex amministratore ed ex consulente di Tenuta del Castello, azienda agricola in cui il governatore deteneva quote societarie e finita, assieme ad altre, nel mirino della Procura di Catanzaro che indaga Roberto Occhiuto, l’ex socio Paolo Posteraro, l’ex consulente Valentina Cavaliere, l’ex amministratore unico di Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro e Renato Vito Bocca, amministratore di A2R, società che nell’agosto del 2022 ha rilevato la proprietà di Tenuta del Castello.
Società e incarichi pubblici
Proprio l’incrocio tra questioni societarie e incarichi pubblici - con indagini ancora in corso da parte della magistratura – è oggetto della lunga chiacchierata tra i due che tirano più volte in ballo il presidente della Regione in relazione agli incarichi ottenuti. I toni dello scambio sono piuttosto gioviali: “Beata te, quanti incarichi!” l’apostrofa Posteraro, e Cavaliere giù scherzosamente a passare in rassegna gli incarichi dell’amico: a Roma nella segreteria del sottosegretario di Stato Matilde Siracusano e ancor prima in Amaco, nella società di trasporti del Comune di Cosenza.
La preoccupazione per l’imminente scadenza
Nella conversazione, in particolare, Cavaliere esterna a Posteraro la sua preoccupazione per l’imminente scadenza del suo incarico, componente del collegio sindacale del Gom di Reggio Calabria. Nomina firmata dal presidente della Regione che, dice, contatterà a breve per avere assicurazioni su una eventuale proroga. Parlerà con lui perché, oltre alla sua nomina, ce ne sarebbero in cantiere anche altre, spiega all’amico nella chiacchierata intercettata ma a questo punto coperta da un omissis.
L’assunzione di Regione
Altro incarico su cui ha avviato accertamenti la Procura di Catanzaro è la sua assunzione in Regione nell’ambito del concorso nei centri per l’impiego. Inizialmente a tempo determinato ma poi trasformata in un contratto a tempo indeterminato sulla base di una specifica richiesta inoltrata al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali da un funzionario regionale. Oggetto della comunicazione proprio la trasformazione del contratto di lavoro di Cavaliere e la specificazione delle fonti di finanziamento su cui farla gravare.
L’acquirente per la Tenuta
Lo spunto investigativo – ancora tutto da accertare – su cui indaga la Procura è il presunto vantaggio, in termini di incarichi, che l’ex consulente avrebbe ottenuto in cambio del suo impegno nella ricerca di un potenziale acquirente della società Tenuta del Castello, zavorrata da una consistente massa debitoria e garantita per un milione di euro proprio col patrimonio personale, tra l’altro anche dal presidente della Regione Calabria.
Lo spostamento a Roma
Il botta e risposta su incarichi e relativi compensi va avanti tra i due. Cavaliere confida a Posteraro l’intenzione di farsi spostare alla sede di Roma. Sconsigliata dall’amico per via dell’elevato costo della vita nella capitale, illustra il programma che consiste nel farsi conferire una posizione organizzativa: mille euro in più netti al mese. Posteraro non è convinto e infatti dice che l’incarico potrebbe esserle poi tolto. E lei infine concede: «Eh, ho capito fin quando c’è Roberto non me la tolgono ma Roberto non è eterno però..»