Sciopero fame Battisti, Bruno Bossio (Pd): «Sta male, lo Stato non sia vendicativo»

Deputata Dem stamattina in visita all’ex terrorista rosso rinchiuso nel carcere di Rossano dal quale chiede di essere trasferito: «In alta sicurezza con jihadisti, non gode benefici»

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di Redazione
25 giugno 2021
14:43
Cesare Battisti ed Enza Bruno Bossio
Cesare Battisti ed Enza Bruno Bossio

«Cesare Battisti sta facendo lo sciopero della fame dal 2 giugno, sta male e a mala pena si regge in piedi. Le motivazioni per cui lo fa sono molto serie. Lui è un ergastolano e non contesta la condanna per atti che lui stesso ha riconosciuto di aver commesso, però anche agli ergastolani la legge italiana consente dei benefici, la possibilità di avere gli incontri con i familiari, di poter fare delle attività. Beh questo a Battisti non è consentito. È come se ci fosse, come dice lui, un regime Battisti».

A dirlo è stata la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio che stamani, insieme all'avvocato Adriano D'Amico, è stata nel carcere di Rossano, nel comune di Corigliano Rossano fare visita a Battisti e verificare le sue condizioni. «Tra l'altro - ha aggiunto la parlamentare - lo tengono nell'alta sicurezza 2, dove ci sono solo terroristi jihadisti, dove c'è un solo italiano ma che comunque ha aderito all'Islam. Non è una questione di razzismo ma hanno un altro tipo di aggregazione, cioè stanno insieme e lui è sostanzialmente isolato e non è in grado di avere una socialità. L'ora d'aria la fa in una specie di quadrato sostanzialmente un po' più grande della cella piccolissima dove vive. Lui vorrebbe sapere, nonostante gli abbiamo chiesto di sospendere lo sciopero della fame, quali sono le motivazioni per cui il Dap lo ha assegnato all'alta sicurezza 2, considerato che queste motivazioni sono state secretate e non sono state comunicate mai nemmeno al suo avvocato. Questa è la battaglia che sta facendo e la porta avanti fino a quando lo Stato non gli dà una risposta ed io lo voglio sostenere in questo».


«Credo - ha proseguito Enza Bruno Bossio - che ci siano dei margini per ottenere un trasferimento e mi auguro che la sua battaglia sia servita, unitamente alla solidarietà che hanno dato altri parlamentari anche se oggi sono qui da sola. Lui però dice che anche se verrà trasferito, e se lo augura naturalmente, vuole sapere quali sono le motivazioni ed io ho detto che su questo, se non riuscirà a saperlo, mi impegnerò come parlamentare. Mi impegnerò perché c'è la preoccupazione che nei confronti di Battisti lo Stato sia vendicativo e non lo può essere nei confronti di nessuno. Non lo è stato nei confronti di Brusca non capisco perché dovrebbe esserlo nei confronti di Battisti».

 

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