Algoritmo impazzito

Scuola e supplenze, anche in Calabria è caos con il sistema che assegna le cattedre annuali: fioccano i ricorsi

VIDEO | A confermare la situazione che vige nel mondo scolastico è il sindacato Uil Scuola: «Strumento che non garantisce il merito». Si preannunciano lunghe battaglie legali e surroghe di insegnanti fino a marzo

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di Luana  Costa
18 settembre 2023
06:30

Vige il caos nelle scuole. A lezioni già avviate, secondo una stima fornita da Uil Scuola, sono circa mille i posti ancora ballerini in tutta la Calabria a causa delle difficoltà riscontrate nelle assegnazioni degli incarichi di supplenza annuale. In alcune province si è già al secondo turno di nomina, reso necessario da errori e rettifiche emerse nella stesura delle prime graduatorie.

Il balletto delle nomine

«Si arriva al primo di settembre e ci ritroviamo in un balletto in cui viene nominato chi ha meno punti, chi ha precedenza pur non rientrando nelle disponibilità, addirittura si sono verificati casi di nomine di non specializzati di seconda fascia in possesso della legge 68/99» conferma Luca Scrivano, referente Uil Scuola. «Tutto questo determina un grande caos che l'algoritmo non potrà mai risolvere».


L'algoritmo incriminato

Sul banco degli imputati ci finisce l'algoritmo implementato dal ministero dell'Istruzione già da tre anni, un sistema che sulla base dei punteggi dei candidati assegna le sedi di destinazione. Ma le variabili sono tali da generare una cascata di errori: «Capita così all'avvio dell'anno scolastico di trovarsi in aula docenti che dopo dieci, quindici giorni vengono automaticamente sostituiti» spiega il sindacalista, per effetto di rettifiche o dei ricorsi presentati da candidati in possesso di un punteggio più alto.

Posti ballerini

«È capitato persino di avere per la stessa classe di concorso e nella stessa scuola tre, quattro docenti sostituiti in due mesi, alcuni nell'arco dello stesso mese». Circa mille, appunto, i posti in bilico in tutta la Calabria: vi sono candidati con minor punteggio che hanno ottenuto le cattedre a dispetto di docenti con maggiore punteggio, esclusi o assegnati in sedi distanti. «Ormai da tre anni è stato introdotto questo algoritmo, noi da più tempo sosteniamo che non funziona perché non è adeguato alla complessità del reclutamento. In precedenza, le convocazioni venivano eseguite in presenza e i docenti potevano optare per i posti disponibili sulla base delle precedenze (legge 104 o altre agevolazioni, ndr) e sul maggior punteggio. Le procedure terminavano il 15 settembre, una scadenza che all'epoca ci sembrava fuori misura».

In aggiornamento continuo

Con l'introduzione dell'algoritmo si susseguono turni di nomina senza soluzione di continuità. Basti pensare che lo scorso anno vi sono stati ambiti territoriali provinciali costretti a rettificare anche per la settima volta le graduatorie ripubblicandole ancora a dicembre per effetto di ricorsi e successive modifiche. «Anche quest'anno saranno moltissimi i ricorsi» conferma il sindacalista.

I rinunciatari

«Noi non possiamo fare altro che prendere atto e cercare di indicare ai candidati il miglior percorso. Ad esempio - spiega Scrivano - quando si opera la scelta delle 150 preferenze consigliamo di optare per tutti i distretti per non essere considerati rinunciatari. Non si tratta di un diritto ma è l'unica strada che permette a chi possiede un punteggio più di non essere considerato rinunciatario e, soprattutto, di riuscire ad avere un posto di lavoro».

La variabili dell'algoritmo

Tuttavia, secondo quanto spiegato, anche questa strategia determina «ingiustizie perché nel caso in cui non dovessero essere stati ancora censiti tutti i posti disponibili nella scuole, potrà capitare che venga attribuito a chi ha più punti un posto più lontano e un posto più vicino a casa a chi ha ne di meno. Noi come sindacati, siamo dalla parte dei lavoratori e speriamo che i decisori politici prendano atto di questa situazione».

Le ricadute sugli alunni

In conseguenza dei ricorsi, le rettifiche alle graduatorie potranno andare avanti ancora fino a febbraio o marzo, quando cioè un giudice si pronuncerà sul caso con un effetto domino sulla scuola: «I genitori - precisa il sindacalista - ad esempio non potranno avere la sicurezza di quale docente di sostegno si troveranno in aula per avviare il miglior percorso didattico con i figli».

Battaglia legale

Ma vi sono anche casi di candidati che per difficoltà economiche non si trovano nelle condizioni di sostenere i costi di un ricorso rinunciando alla battaglia legale e anche al posto di lavoro. «Come Uil Scuola sosteniamo da tempo che la tecnologia non si può adattare al diritto. Noi siamo i primi a voler attuare la dematerializzazione ma in questo caso l'informatizzazione non facilita affatto il reclutamento, anzi lo peggiora. Hanno pienamente ragione i candidati a protestare e a intervenire a livello giurisdizionale perché l'algoritmo non permette assolutamente una fluidità nelle procedure. Torniamo al sistema in presenza che consente di avere in classe il docente che ha maggiore punteggio e, quindi, maggiori titoli».

Giornalista
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