Indagini in corso

Sequestro beni da 2,3 milioni a una società leccese, perquisizioni anche nella sede della Reggina

La società calcistica avrebbe ricevuto dalla s.r.l. pugliese - quale pagamento di una sponsorizzazione - un credito fiscale ritenuto fittizio, utilizzato poi nell’aprile scorso per compensare debiti tributari e previdenziali relativi ai periodi di imposta dal 2016 al 2020. La Guardia di finanza ha acquisito atti e memorie pc

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di Redazione
12 ottobre 2022
08:25

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, su disposizione della Procura del capoluogo pugliese, hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione nella sede legale e operativa della Reggina 1914 s.r.l., al fine di reperire documentazione utile allo sviluppo delle indagini relative alle disponibilità finanziarie di una società con sede a Lecce e operante nel settore della commercializzazione di apparati elettromedicali. 

In particolare, nei confronti del rappresentante della società leccese è stato eseguito un sequestro da 2,3 milioni di euro, quali profitto delle ipotesi di reato di riciclaggio nonché di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.


Le indagini sinora svolte dalle fiamme gialle baresi avrebbero fatto emergere l’esistenza di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti. Tale presunto sistema illecito graviterebbe principalmente intorno alla figura di un imprenditore barese titolare di una s.r.l., attiva nel settore edile, destinatario - lo scorso 9 giugno - di un sequestro avente per oggetto beni e crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni di euro costituenti il profitto e il prodotto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

I successivi approfondimenti investigativi avrebbero consentito di accertare che la ex moglie del predetto imprenditore barese avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte dei suddetti crediti inesistenti, impiegando talune delle liquidità così ottenute nell’attività economica di una s.r.l. con sede a Lecce, avente per oggetto la fabbricazione di articoli elettromedicali, di cui è amministratore unico.

Finto credito per pagare i debiti

In tale contesto sarebbe, inoltre, emerso che la società calcistica Reggina 1914 s.r.l. avrebbe ricevuto dalla predetta s.r.l. barese - a titolo di permuta, quale pagamento di una sponsorizzazione - un credito fiscale ritenuto fittizio (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), pari ad euro 703.913,40 oltre I.V.A., utilizzato, nell’aprile 2022, per compensare debiti tributari e previdenziali relativi ai periodi di imposta dal 2016 al 2020. Tale circostanza è stata segnalata dalla Procura di Bari - per le valutazioni di competenza - alla Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc).

I militari del Nucleo Pef Bari hanno, così, eseguito decreti di perquisizione presso le sedi legali e operative della menzionata società leccese e della Reggina 1914 s.r.l., al fine di reperire documentazione utile allo sviluppo delle indagini.

Perquisizione alla Reggina

La perquisizione ha riguardato la sede della società calcistica Reggina 1914 srl, in via delle Industrie, a Reggio Calabria, rappresentata legalmente da Paolo Castaldi, al momento non indagato, le autovetture e ogni altro luogo e le relative pertinenze nella disponibilità della società. Sono stati inoltre acquisiti i dati dei sistemi informativi e telematici nella disponibilità della Reggina, compresi i supporti di memoria e gli apparecchi cellulari per l'estrazione forense dei contenuti.

La Guardia di finanza è alla ricerca di documenti, anche extra contabili, che potrebbero essere riconducibili alle attività illecite per cui si procede. In particolare si cercano i contratti e le bozze dei contratti di sponsorizzazione, scritture private, rubriche, agende, annotazioni, manoscritti ed ogni altro documento di interesse investigativo.

La perquisizione è stata disposta d'urgenza dal procuratore Roberto Rossi e dal sostituto Lanfranco Marazia per «non consentire condotte di occultamento o distruzione delle cose da ricercare».

Secondo quanto apprende Ansa da ambienti vicini alle indagini, in sostanza la Reggina ha pagato con moneta inesistente la sua permanenza nel campionato di serie B. La circostanza è stata segnalata dalla Procura di Bari alla Covisoc della Figc.

Secondo quanto trapela dalla società, comunque, non ci sarebbero preoccupazioni dell'attuale gestione. Ufficialmente, invece, nessuna dichiarazione da parte del presidente della società Marcello Cardona e del patron Felice Saladini che ha rilevato la Reggina il 17 giugno scorso. 

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