La cerimonia per ricordare il giovane vibonese vittima innocente di mafia. Parole di vicinanza anche da parte dell'Amministrazione comunale. Il vice sindaco Alessandria: «Era un figlio, un fratello, un amico. Aspettiamo la verità»
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Sono passati tredici anni da quel 25 ottobre 2012, quando cioè la comunità di Soriano venne scossa dalla tragica notizia della morte di Filippo Ceravolo, ragazzo diciannovenne vittima innocente di mafia e con la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ucciso in un agguato di ‘ndrangheta solo perché aveva chiesto un passaggio alla persona nel mirino.
Un dolore ancora vivo e lancinante ma non solo per la sua famiglia, ma anche per l'intera comunità sorianese che a distanza di tempo non riesce e non può dimenticare quanto accadde.
In occasione dell’anniversario del suo omicidio, all'interno della Chiesa Matrice si è tenuta una messa in suffragio alla presenza delle autorità locali e non solo: oltre all'associazione antimafia Libera, che si è impegnata nella realizzazione dell'evento, e a una rappresentanza delle Forze dell'ordine, c'era anche Silvia Camerino, coordinatrice del gruppo "Agenda Rossa" di Paolo Borsellino. Presente anche l'amministrazione comunale con il vice sindaco Franco Alessandria, la consigliera comunale con delega alla cultura Luciana Varì, la consigliera comunale Giulia Sorace e il collaboratore comunale Pasquale Varì, oltre al capogruppo di minoranza Vladimira Pugliese.
Papà Martino chiede giustizia
Al termine della cerimonia, diverse sono state le testimonianze a partire dal papà di Filippo, Martino Ceravolo: «I cittadini di Soriano Calabro aspettano giustizia e, per questo, la Dda di Catanzaro e le Forze dell'Ordine devono dare una risposta celere perché attendiamo da tredici lunghi anni e non possiamo andare avanti così. Non si può pensare che alcuni soggetti delle Preserre siano ancora in giro, tra poco è Natale e noi andremo al cimitero mentre loro rideranno».
La vicinanza del Comune
Solidarietà e vicinanza dimostrati anche dall'Amministrazione comunale, in primis dal vice-sindaco Alessandria: «Più che vendetta cerchiamo giustizia, poiché tutta la comunità di Soriano la cerca avendo perso un figlio. Tutti noi è come se avessimo perso un amico, un fratello. Purtroppo la giustizia è lenta, burocratica e macchinosa ma alla fine arriverà alla verità».
Toccante anche l'intervento della consigliera Luciana Varì: «Il sorriso di Filippo era bellissimo, lo ricordo bene perché eravamo vicini di casa e dunque l'ho visto crescere. Sono qui a parlare da amica e non da amministratrice, perché sono sempre stata vicina alla famiglia Ceravolo. Non dimenticherò mai quella tragica mattina e, soprattutto, lo sgomento di mio papà che desso non c'è più ma che trattava Filippo come un nipote. Quel giorno perse le parole ma noi oggi invece dobbiamo gridare per questa giustizia. Sicuramente Filippo non tornerà alla sua famiglia e alla comunità di Soriano, ma la memoria è uno strumento potente che può fare la differenza. Per questo io dico sempre di predicare e praticare il bene, perché il male non serve e viene sempre a galla».

