L’associazione dei consumatori contesta la decisione della società che gestisce il servizio idrico in Calabria e chiede ai sindaci di intervenire con ordinanze urgenti per impedire qualsiasi limitazione
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Il Codacons alza la voce contro Sorical e lo fa nero su bianco con una diffida formale. Tutto nasce dopo il comunicato con cui la società che gestisce il servizio idrico in Calabria ha annunciato l’intenzione di procedere alla limitazione o alla sospensione del servizio agli utenti morosi nei confronti della società. L’associazione dei consumatori, attraverso il vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto, contesta però duramente l’iniziativa.
Nel documento, firmato dallo stesso Di Lieto, l’associazione dei consumatori definisce la «minacciata interruzione del servizio idrico» come una «gravissima violazione di principi costituzionali fondamentali», tale da poter configurare il reato previsto dall’articolo 340 del codice penale, che punisce chiunque cagioni un’interruzione o turbi la regolarità di un servizio di pubblica necessità.
Le richieste di Codacons e le possibili azioni legali
L’associazione sottolinea come l’acqua sia un bene comune, indispensabile per la sopravvivenza, e «non può essere oggetto di ricatto economico da parte di società private», si legge nel testo della diffida. Secondo il Codacons, la sospensione dell’acqua rappresenterebbe una violazione dell’articolo 2 della Costituzione, ma anche degli articoli 32, 3 e 43. Inoltre, ricorda che la normativa ARERA prevede, anche nei casi di morosità, il diritto a 50 litri di acqua al giorno per abitante, considerati come il minimo vitale.
Per questo motivo, l’associazione chiede ai sindaci di intervenire con ordinanze urgenti per impedire qualsiasi sospensione o riduzione del servizio. E invita Sorical a trovare soluzioni alternative: rateizzazioni più ampie, compensazioni con i crediti vantati dagli enti locali, attivazione di fondi di solidarietà per le famiglie indigenti.
Nel caso in cui Sorical decidesse di procedere comunque, il Codacons annuncia il ricorso immediato all’Autorità giudiziaria, con la richiesta di sequestro preventivo degli impianti e azioni per il risarcimento dei danni alla salute pubblica e al danno esistenziale dei cittadini calabresi. Verranno inoltre interessate ARERA e Antitrust per eventuali violazioni delle norme di settore e per l’ipotesi di abuso di posizione dominante.
Di Lieto: «L’acqua è dei calabresi, non di società private»
Raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, Di Lieto puntualizza: «Non siamo qui a difendere gli allacci abusivi. Io mi riferisco alla povera gente che ha difficoltà a pagare, alla vecchietta che deve andare al supermercato a comprare l’acqua da bere e portarsela a casa, mentre noi continuiamo a pagare l’acqua che esce dal nostro rubinetto – quando esce – che non è nemmeno potabile».
Torna anche sul referendum del 2011: «Abbiamo detto che l’acqua deve essere pubblica. Sarebbe il caso di rispettare quella volontà, invece di continuare a finanziare carrozzoni come Sorical». E ricorda i rapporti fra la Regione e la società: «La Regione ha finanziato il socio privato di Sorical, che avrebbe dovuto portare i capitali. Sono arrivati i francesi di Veolia, hanno preso i soldi dei calabresi e non hanno fatto gli investimenti. Eppure li paghiamo in bolletta».
«Sorical ha fatturato ai comuni calabresi gli investimenti programmati. Lavori che non sono mai stati eseguiti. Veolia se n’è andata, e a noi sono rimasti i debiti. Un caso unico: il pubblico che finanzia il privato per fare gli investimenti», conclude Di Lieto.
Il Codacons chiude con un messaggio chiaro: «L’acqua è dei calabresi. Se restiamo fermi mentre cediamo ai privati beni indispensabili alla sopravvivenza, tra qualche anno – avverte Di Lieto – finiremo per discutere della tassa sull’aria che respiriamo. Questo non può e non deve accadere».