Doccia fredda

Il Tar Calabria ipoteca il piano di riordino della rete ospedaliera: «Non può essere operativo»

I giudici amministrativi hanno gettato ombre sulla validità del provvedimento ma hanno comunque respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato per la tutela del diritto alla salute perché ritenuta “inutile” visto che il tribunale si pronuncerà nel merito il 6 settembre

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di Massimo Clausi
4 agosto 2023
15:15

Il Tar della Calabria non ha accolto la richiesta di sospensiva sul piano di riordino della rete ospedaliera calabrese. Questa però non è necessariamente una buona notizia per il commissario al Piano di Rientro Roberto Occhiuto.

Come si ricorderà contro il piano era stato presentato ricorso dal “Comitato per la Tutela del Diritto Alla Salute”, un gruppo di cittadini che contesta il trasferimento di alcune funzioni, attività chirurgiche soprattutto, dallo Spoke di Paola a quello di Cetraro. Nel loro ricorso il comitato aveva chiesto appunto la sospensiva dell'efficacia del provvedimento che però il Tar ha rigettato.


Lo ha fatto per tre motivi. Il primo è che l’udienza di merito è stata fissata il prossimo 6 settembre quindi in un arco temporale ravvicinato che toglie di mezzo il requisito dell’urgenza della sospensiva. Ma il presidente del Tar è andato oltre e scrive nero su bianco che il punto è che il piano non può essere operativo, contrariamente a quelle che sono state le indicazioni in esso contenute ai manager delle aziende sanitarie ovvero di rendere operativo il piano entro un mese dalla sua pubblicazione. Il piano è stato pubblicato il 12 luglio quindi, secondo le indicazioni in esse contenute i direttori delle Asp avrebbero dovuto renderlo operativo entro il 12 agosto.

Usiamo il condizionale perché per il Tar il piano non può essere operativo e non può esserlo perché è sprovvisto “del parere dei Tavoli ministeriali di verifica” ovvero il famoso tavolo Adduce.

Ne consegue, e questo è il terzo punto, per i giudici amministrativi che l’obbligo dei direttori generali delle Asp “di attuare quanto in esso contenuto - genericamente enunciato nell’atto impugnato - passa di necessità attraverso l’adozione di atti e provvedimenti attuativi al momento non ancora adottati”.

«La notizia importante è che il Piano di Riordino non è operativo atteso che mancano i pareri ministeriali - scrivono in una nota i rappresentanti del comitato - ecco perché si può attendere alla data del 6 settembre per la domanda cautelare attesa l’inoperatività del Piano di Riordino della Rete Ospedaliera. Si è chiarito quindi che avevamo ragione circa l’assenza dei pareri ministeriali necessari per l’operatività del Piano».

«Per tali ragioni si può attendere l’udienza del 6 settembre non ravvisando il pericolo imminente dello spostamento dei reparti.  Ringraziamo - concludono - l’avvocato Paolo Perrone per la professionalità e siamo sicuri che faremo valere il diritto alla salute dei cittadini».

Vedremo adesso cosa deciderà il Tar nell’udienza di merito del 6 settembre, ma i componenti del comitato (che nel loro ricorso avevano sollevato proprio l’assenza dei pareri del tavolo interministeriale) sono più che fiduciosi.

Giornalista
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