Manifestazione davanti al Municipio per chiedere trasparenza sugli atti e sbloccare il percorso di assunzione. «Non si può continuare così – è il sentimento che emerge dal presidio – servono risposte chiare e rapide»
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Sit-in pacifico questa mattina davanti alla sede comunale di Mirto Crosia. Sei lavoratori TIS, accompagnati dal sindacato e dai consiglieri comunali di opposizione, hanno manifestato per chiedere risposte sulla loro mancata stabilizzazione. Una protesta composta, ma carica di preoccupazione, che riporta al centro il tema del lavoro precario e delle famiglie che da anni vivono senza certezze. I sei lavoratori coinvolti appartengono ai Tirocini di inclusione sociale, una platea storica in Calabria composta da persone rimaste senza occupazione e successivamente inserite negli enti pubblici attraverso percorsi di utilizzo. Da tempo la Regione Calabria ha avviato un processo di stabilizzazione, mettendo a disposizione fondi specifici per consentire ai Comuni di assumere questi lavoratori.
Secondo quanto spiegato dal sindacato, per ogni unità lavorativa sono previsti 54 mila euro distribuiti in quattro anni, oltre a un fondo regionale complessivo di cinque milioni di euro destinato agli enti che procedono alle assunzioni. Risorse definite strutturali, pensate per accompagnare i Comuni verso una soluzione definitiva. A Mirto Crosia, però, il percorso si è bloccato. Il nodo riguarda il mancato parere della COSFEL, l’organismo ministeriale che autorizza le assunzioni nei Comuni in dissesto finanziario. L’amministrazione comunale sostiene l’esistenza di un parere negativo, ma dai controlli effettuati dal sindacato non risulta che il Comune abbia mai formalmente richiesto tale valutazione.
Una discrepanza che ha spinto i lavoratori e la Felsa Cisl a scendere in piazza per chiedere chiarezza. «Questa è la vertenza della stabilizzazione dei TIS – ha spiegato il sindacalista Domenico Lucente – lavoratori che da anni garantiscono servizi agli enti senza un vero contratto». Lucente ha parlato di una protesta nata per sensibilizzare l’amministrazione comunale e per comprendere cosa sia accaduto nel percorso amministrativo. «A noi risulta che il Comune non abbia chiesto il parere alla COSFEL – ha affermato – e questo è un passaggio obbligatorio per poter assumere».
Alla manifestazione erano presenti anche i consiglieri comunali di opposizione, che hanno espresso solidarietà ai lavoratori e chiesto trasparenza sugli atti. Il tema sociale è evidente: si tratta di famiglie monoreddito, con entrate mensili di circa 700 euro, che da anni vivono in una condizione di precarietà. Molti di questi lavoratori operano nel Comune da lungo tempo, svolgendo mansioni essenziali. La mancanza di una stabilizzazione, spiegano, pesa non solo sul piano economico ma anche su quello umano. «Non si può continuare così – è il sentimento che emerge dal presidio – servono risposte chiare e rapide». I lavoratori accusano il sindaco di non aver trovato una soluzione concreta alla vertenza. Secondo quanto riferito dal sindacato, un incontro avvenuto circa un mese fa avrebbe lasciato intendere che la documentazione fosse stata già inviata agli organismi competenti. Una circostanza che, però, non troverebbe riscontro negli atti ufficiali.
La mobilitazione, assicurano i promotori, proseguirà finché non verrà fatta chiarezza. L’obiettivo resta uno solo: arrivare alla stabilizzazione definitiva e restituire dignità lavorativa a chi da anni garantisce servizi pubblici senza tutele.

