Torino, suicida a 18 anni sotto un treno: «Deriso perchè gay». Orlando era originario di Soverato

VIDEO | Un odio che non si è fermato neppure dopo quel gesto estremo: «Morte ai gay», qualcuno ha scritto sulla sua pagina Instagram. La mamma: «Voglio giustizia e la troveremo». La Procura intanto ha aperto un'inchiesta (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
28 giugno 2021
09:31

Deriso e insultato perché gay. Diceva di avere paura di qualcuno. Era originario di Soverato Orlando Meranda, il giovane di 18 anni che domenica scorsa, intorno alle 14.30 - come scrive La Stampa - si è gettato sotto un sotto un treno tra la stazione di Torino Lingotto e Moncalieri. Poco prima aveva pranzato con il papà e il fratello.

«Aveva paura di qualcuno»

«Mi aveva confessato - racconta il fratello di Orlando Merenda - di aver paura di alcune persone. Non mi ha spiegato chi fossero, non ha fatto nomi. Era preoccupato». E un'amica: «Si era chiuso in se stesso». Altri amici dicono: «Lo prendevano in giro perché era omosessuale».


Aperta un'inchiesta

La procura di Torino ha aperto un'inchiesta su questa nuova terribile pagina di omofobia. Bullismo e omofobia le ipotesi avanzate dall'inchiesta coordinata dal pm Antonella Barbera. I genitori chiedono giustizia e in procura si prova così a fare luce sulla sua morte. Gli agenti della polizia ferroviaria hanno acquisito i messaggi, sono andati a parlare con gli insegnanti dell'istituto professionale che il giovane frequentava per diventare barman e cameriere, con i compagni di classe, gli amici.

La madre: «Troveremo giustizia»

«Adesso ho un compito. Trovare i colpevoli e non mi darò pace... finché non uscirà la verità... Troveremo giustizia». Lo dice Anna, mamma di Orlando Merenda. Un odio ottuso che non si è fermato neppure dopo quel gesto estremo: «Morte ai gay», qualcuno ha scritto sulla sua pagina Instagram.

«Sarai il mio angelo - scrive la madre sui social - sono convinta che tu sia per sempre mio. Motivo per resistere e che sia verità e giustizia. Sei morto da martire. Ma nessuno meritava la tua vita. Non ho pensato mai a un gesto estremo, non di tua volontà. Chi mi ha tolto la mia gioia si pentirà amaramente. Sei stato ingannato, plagiato, deriso, umiliato... il tuo carattere così fragile... non sapevi dire di no. Sei stato l'amico di tutti. Troveremo giustizia».

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