Inchiesta Mare Magnum

Tornano sotto chiave i beni degli imprenditori Perri di Lamezia, la Corte d’Appello sospende la revoca del sequestro

La Procura distrettuale ha impugnato il provvedimento emesso lo scorso settembre dal Tribunale di Catanzaro: sigilli al centro commerciale Due Mari e ad altre quote societarie per un valore di 800 milioni di euro

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di Luana  Costa
22 ottobre 2023
10:10

La Corte d'Appello di Catanzaro ha disposto la sospensione della revoca del sequestro dei beni di Francesco, Pasqualino e Marcello Perri, rimasti coinvolti nell'inchiesta della Dda di Catanzaro denominata Mare Magnum e coordinata dalla Guardia di Finanza.

Il dissequestro dei beni degli imprenditori lametini attivi nel settore della grande distribuzione e proprietari del centro commerciale Due Mari del valore di 800 milioni di euro era avvenuto lo scorso settembre con il rigetto da parte del Tribunale della proposta formulata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro.


Reiterata poi ad ottobre e accolta nell'odierno provvedimento con cui la Corte d'Appello motiva la sospensione con «la natura del compendio oggetto del sequestro, costituito nella quasi totalità da quote societarie e l'elevato rischio di dispersione del patrimonio. Tale situazione rende quanto meno opportuna, nelle more della valutazione nel merito di questa Corte - annota il collegio - della fondatezza del ricorso l'adozione di un provvedimento di sospensione dell'esecutività della revoca del sequestro disposta dal Tribunale di Catanzaro». 

L'inchiesta era scattata nel febbraio del 2022 con il sequestro del vasto patrimonio degli imprenditori lametini che ha riguardato oltre il centro commerciale Due Mari, uno dei più grandi in Calabria, anche 19 ipermercati, concessionarie di auto e moto, le partecipazioni in 34 società comprese la squadra di calcio Vigor Lamezia e quella di volley Pallavolo Lamezia, fabbricati e ville, una quarantina di veicoli tra i quali una Ferrari, rapporti bancari intestati ai tre e ai familiari.

La Procura aveva chiesto nei confronti dei tre fratelli l'applicazione di una misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 5 anni e della confisca del loro intero patrimonio, stimato dalla Guardia di Finanza procedente in 800 milioni di euro, perché ritenuto di derivazione illecita.

Giornalista
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