Giornata di strazio infinito per la moglie del 45enne La Caria di Pizzoni e gli altri parenti che hanno atteso all’obitorio dello Jazzolino la fine dell’autopsia. «Era un punto di riferimento per tutti, vogliamo sapere cosa è successo». La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti
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Raggiunge l’obitorio di Vibo Valentia sorretta dal cognato. Non ha più lacrime Silvana. Lo sguardo perso nel vuoto. Seduta su un gradino davanti alla porta chiusa della camera mortuaria. C’è suo marito là dentro. Esanime. Morto all’improvviso senza un perché. Oggi è il giorno dell’autopsia che dovrà accertare le cause del decesso di Domenico La Caria, il 45enne di Pizzoni morto la stessa notte in cui al Blanca Beach di Tropea è scoppiata una violenta rissa tra giovani.
«È morto a causa di un infarto? Non lo sappiamo. L’unica cosa certa è che Domenico non era cardiopatico», ripete a gran voce il cognato che aggiunge: «Prendeva solo un’aspirina per la pressione». I familiari non si danno pace. La sera della tragedia Domenico stava bene. Poi all’improvviso il malore e la chiamata al 118. Ma l’ambulanza sarebbe giunta dopo più di mezz’ora, quando per l’uomo non c’era più nulla da fare.
«Quella notte la responsabile della struttura ci ha avvisati del malore del nostro congiunto, ma quando siamo arrivati all’ospedale di Tropea il suo corpo era avvolto in un lenzuolo bianco». Ritardo nei soccorsi e pesanti dubbi su ciò che ha causato la morte del 45enne sono i due interrogativi che hanno spinto i familiari di Domenico a presentare denuncia ai carabinieri. La Procura di Vibo ha aperto un fascicolo contro ignoti e la salma posta sotto sequestro.
Domenico era dipendente della Valentour ed è morto intorno all’1:15 del 25 agosto per un malore mentre si trovava all’interno del Blanca Beach, il locale della società per la quale lavorava. Poco più di un’ora prima una zuffa tra alcuni ragazzi presenti nel locale. Rissa poi proseguita sul lungomare. A riportare la peggio un ragazzo, ferito al volto e trasportato in ospedale. Scene immortalate dalle telecamere di videosorveglianza. Immagini al vaglio degli inquirenti che dovranno accertare dove si trovava Domenico al momento della lite e se sia intervenuto per sedare la rissa, come trapelato in un primo momento ma smentito dai carabinieri.
«Era un lavoratore instancabile. Un punto di riferimento non solo per l’azienda per la quale lavorava da anni, ma anche per la sua famiglia. Per sua moglie e sua figlia di 14 anni - ripetono i familiari -. Lavorava sodo e amava quello che faceva». Un amore per quel lavoro che lo portava a rimanere diverse ore fuori casa. «Forse troppe», aggiunge un amico di famiglia.
Domani pomeriggio alle ore 15.30 nella chiesa Regina Pacis di Vibo Valentia si svolgeranno i funerali di Domenico. Al termine del rito religioso la salma sarà trasferita al cimitero di Pizzoni, paese d’origine dell’uomo.