Comunità, istituzioni e familiari si sono ritrovati sul luogo dell’attentato per ricordare il magistrato e chiedere con forza giustizia. Presenti anche i sindaci di Reggio e Villa San Giovanni
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Nella serata di ieri a Piale di Villa San Giovanni si è celebrato il 34° anniversario della scomparsa del giudice Antonino Scopelliti, il magistrato reggino ucciso dalla mafia. Trentaquattro anni dopo, la curva di Piale continua a raccontare, in silenzio, la ferocia di un agguato che ne spezzò la vita e ferì per sempre la sua terra. Sul ciglio di quella strada, dove il magistrato cadde sotto i colpi della mafia, si sono ritrovati istituzioni, familiari e cittadini, stringendosi attorno alla figlia Rosanna, che ancora una volta ha scelto il silenzio come forma di testimonianza e di resistenza.
Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, era chiamato a rappresentare l’accusa nel maxiprocesso contro Cosa nostra in Cassazione: un incarico di enorme responsabilità che lo avrebbe posto di fronte ai vertici delle organizzazioni criminali più potenti del Paese. Il 9 agosto 1991 la sua corsa verso Campo Calabro si fermò per sempre, trasformandolo in simbolo di integrità e sacrificio.
Nel giorno in cui la memoria si rinnova, un segnale di speranza arriva dalle nuove piste investigative riaperte sul delitto di Antonino Scopelliti. A distanza di trentaquattro anni, la vicenda giudiziaria legata all’omicidio conosce un nuovo capitolo. La magistratura ha deciso di rimettere mano al fascicolo, riaprendo un percorso investigativo che per troppo tempo era rimasto sospeso tra ipotesi e archiviazioni. Un cambio di passo atteso da anni e che ridà peso a quella sete di giustizia rimasta intatta.
«Sono stati anni in cui, anche con il silenzio, abbiamo fatto sentire la nostra voce e il nostro desiderio di avere verità e giustizia - afferma Rosanna Scopelliti, figlia del giudice e presidente della Fondazione a lui dedicata -. Credo che proprio l’impronta della giustizia, l’impronta della ricerca della verità, sia stata ciò che in vita rappresentava il lavoro di mio padre».
Rosanna Scopelliti auspica che si superino le esitazioni e che si agisca con decisione, mobilitando ogni risorsa per ottenere verità e giustizia per il padre e per tutte le vittime di mafia.
«Speriamo veramente che questo sia l’anno che ci può portare alla riapertura del caso Scopelliti e quindi alla verità. A Reggio Calabria c’è un segnale: non sappiamo quello che succederà, ma sicuramente da parte nostra continua a esserci grande fiducia nel lavoro della magistratura. Speriamo che possa servire, speriamo veramente di poter dare un senso anche all’impegno e al lavoro di tanti anni, non solo da parte degli uomini e delle forze dell’ordine e della magistratura, ma anche di tutti quei ragazzi che abbiamo incontrato nelle scuole con le attività della Fondazione. Poter dire loro che credere nella verità, credere nella giustizia, è veramente la strada giusta da seguire».
Presente anche il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che ricorda come la ricorrenza, celebrata da oltre tre decenni, sia un momento di vicinanza alla famiglia e di impegno collettivo per mantenere viva la speranza di giungere alla verità sull’omicidio Scopelliti.
«Personalmente, sono dodici anni che partecipo a questa commemorazione e ci tenevo particolarmente a essere qui, perché da sindaco è l’ultima alla quale prendo parte. Mi auguro che le prossime possano essere intrise di uno spirito diverso, quello di onorare la memoria con la certezza di aver ottenuto verità e giustizia»
È emozionato il sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci. «Sono giornate in cui, oltre a ripercorrere con la memoria tanti episodi della sua vita - almeno per quelli che, come me, hanno avuto il privilegio di conoscerlo - ci rendiamo conto sempre di più di quanto sia profondo il significato del suo sacrificio.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere un grande testimone, la sfortuna di perdere un figlio e un fratello, ma abbiamo guadagnato un grande esempio per la nostra azione civile, per il futuro e per le ragioni dell’impegno a far crescere questa comunità. Campo Calabro perdona, ma non dimentica».
La sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti guarda al futuro con speranza. «È un messaggio che deve continuare a circolare, a restare sulla bocca di tutti, soprattutto dei più giovani, e tradursi nelle azioni di ciascuno di noi. Ci auguriamo che, partendo da questo anno particolare – l’anno del Giubileo della Speranza e della riapertura delle indagini sull’uccisione del giudice Scopelliti – si possa riaccendere in ognuno la speranza, innanzitutto come cittadini attivi in un territorio difficile e fragile, ma con una forte voglia di riscatto».
Nel racconto di questa giornata di memoria, LaC ha scelto di essere non solo testimone, ma parte attiva di un percorso che intreccia informazione, impegno civile e sostegno concreto. Il network, da anni vicino alla Fondazione Antonino Scopelliti, ha condiviso e amplificato le sue iniziative sociali, trasformando la narrazione giornalistica in uno strumento di partecipazione.
Nel fruscio del mare e nel vento che accarezza la stele eretta in sua memoria, la comunità ha rinnovato nel ricordo la sua promessa: custodire il ricordo di un uomo che aveva fatto della giustizia la propria missione, fino all’ultimo respiro.