Ferita aperta

Uccise a Soverato il carabiniere Lio, la rabbia di Alecci per la fuga di Sestito: «Ora potrebbe essere ovunque»

Il consigliere regionale ed ex sindaco del comune catanzarese esprime tutto il suo sconcerto per un’evasione che forse poteva essere evitata: «La lotta alla ‘ndrangheta deve essere sempre una priorità, spero lo prendano presto»

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di Redazione
4 febbraio 2023
14:00
Sullo sfondo Ernesto Alecci, nel riquadro Massimiliano Sestito
Sullo sfondo Ernesto Alecci, nel riquadro Massimiliano Sestito

«L’omicidio del carabiniere Renato Lio è ancora una ferita aperta, e ora il suo assassino, Massimiliano Sestito, potrebbe essere ovunque». Sono dolorose le considerazioni del consigliere regionale Ernesto Alecci, che ha voluto sottolineare come l’evasione di Sestito gravi sulla comunità calabrese.

«A diversi giorni dalla sua fuga nel milanese - scrive Alecci in una nota -  ancora non si hanno notizie di Massimiliano Sestito, l'assassino dell'appuntato dei carabinieri Renato Lio avvenuto a Soverato nel 1991. E mentre la sentenza della Cassazione che poteva confermare la richiesta dell'ergastolo avanzata dalla procura per un secondo omicidio avvenuto a Roma nel 2013 è stata rinviata al 28 febbraio, Sestito ora potrebbe essere dovunque, in Italia come all'estero, o addirittura potrebbe aver fatto ritorno nella nostra regione».


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E ancora: «Nel settembre del 2020, ancora sindaco di Soverato - aggiunge Alecci - ho avuto l'onore di inaugurare una stele commemorativa dedicata al sacrificio di Renato Lio, all'interno di una piazza riqualificata, alla presenza della vedova, la signora Anna, e dei figli Alfredo e Salvatore, in ricordo del carabiniere che perse la vita nella notte del 20 agosto durante un posto di blocco. Un avvenimento che sconvolse un'intera comunità, una ferita che oggi, alla luce degli ultimi eventi, continua a bruciare facendo ancora più male. Non è possibile assistere inermi a tutto ciò. La lotta alla 'ndrangheta e alla criminalità organizzata deve essere sempre e comunque una delle priorità di ogni Governo. Lo dobbiamo a quelle persone che si sono sacrificate per lo Stato, alle loro famiglie, ai nostri figli».

«Quel giorno a Soverato – conclude Alecci - era presente l'allora Ministro della Difesa Lorenzo Guerini che aveva voluto far sentire la presenza dello Stato in un momento così significativo. So che le forze dell'ordine stanno facendo in queste ore un lavoro di intelligence straordinario. Per questo mi auguro che anche in questo caso lo Stato riesca a far sentire presto la sua presenza assicurando alla giustizia questo pericoloso criminale, in modo che possa affrontare in presenza il giudizio definitivo sulle sue azioni».

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