Ucciso da un’auto pirata, il drammatico racconto del soccorritore

VIDEO | Rocco Grillo è spirato dopo due giorni di agonia. A colpirlo lungo la statale che attraversa Mileto una macchina fuggita ma poi identificata. Una tragedia che riapre il tema della sicurezza sulle strade calabresi

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di Cristina Iannuzzi
12 febbraio 2019
16:24
La vittima Rocco Grillo
La vittima Rocco Grillo

Sul ciglio della strada c’è ancora la sciarpa di lana che avvolgeva il collo di Rocco Grillo, il 62 enne di Mileto, ucciso da un pirata della strada. È impregnata di sangue. A notarla è il suo amico barista, Francesco Romano, titolare del bar Giulia. Lui che domenica sera ha tentato in tutti i modi di rianimarlo praticandogli la respirazione bocca a bocca. Francesco è il testimone di una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità di Mileto. Con lui torniamo sul luogo dell’impatto: la statale 18, in località Baracconi, un lembo di strada che divide il comune di Ionadi da quello di Mileto.


Rocco era suo cliente e, soprattutto, era suo amico. Dal suo bar, dopo aver bevuto una birra era uscito. Doveva rincasare. Lo attendeva per la cena la sua compagna. Di lei aveva parlato con il suo amico barista. Le avrebbe comprato un mazzo di fiori per San Valentino. Si erano lasciati con il consueto saluto. «Ci vediamo domani», un cenno con la testa e via. Anche quella sera si era offerto di accompagnarlo alla macchina, al di là della strada, Giovanni, il fratello del barista. Lo aveva preso sotto braccio e stavano attraversando l’arteria quando, quasi dal nulla, è spuntata la Bmw grigia che lo ha travolto in pieno sbalzandolo qualche metro più avanti.



Un impatto violentissimo che ha lasciato sull’asfalto il corpo esanime di Rocco. Attirato dalle urla di alcuni abitanti della zona, Francesco si è affacciato e si è precipitato dal suo amico. «Aveva la faccia in giù, vedevo del sangue, respirava appena. L’ho girato e ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco e così ha ripreso a respirare, senza mai aprire gli occhi». Rocco è spirato ieri a Catanzaro dopo due giorni di agonia. Troppo gravi le ferite.


Negli attimi successivi all’impatto, qualcuno avrebbe notato la Bmw ferma con le quattro frecce qualche centinaio di metri più avanti, una breve sosta per poi ingranare la marcia e allontanarsi verso Paravati.
Il giovane alla guida della Bmw è stato subito identificato dai carabinieri, che grazie ad uno specchietto sull’asfalto, e alle immagini di videosorveglianza, sono riusciti a chiudere il cerchio in poche ore. È un giovane di Mileto, trentunenne, ora indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Ancora sangue, dunque. Ancora lacrime. Tutto ciò mentre si ripropone il problema della sicurezza lungo queste strade.


Rocco era un uomo semplice, una brava persona. Un ex dipendente comunale in pensione. «Non meritava di morire così» dice un altro suo amico. «Questa strada è pericolosa» commenta il titolare del bar ricordando altri incidenti mortali che si sono verificati sullo stesso tratto. «Basterebbe impiantare qualche dosso, oppure mettere gli autovelox per evitare queste tragedie».

Giornalista
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