Il caso

Yuliia uccisa a Rosarno dal compagno, l’avvocato Liberati: «La salma in attesa di sepoltura da oltre tre mesi»

VIDEO | Il legale del foro di Reggio Calabria, insieme alla collega di Vibo Valentia Olesya Dzedzinska, invoca un intervento risolutivo, visto che non c'è alcun familiare che possa provvedere. La giovane di nazionalità ucraina, non aveva neppure trent'anni

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di Anna Foti
24 giugno 2023
08:00

«Decoro e dignità a un corpo esanime. Dopo una vita difficile e una morte violenta di cui è rimasta vittima, lontana dal suo paese in guerra, per la sua salma almeno una degna sepoltura». È quanto invocano gli avvocati Olesya Dzedzinska del foro di Vibo Valentia e Giancarlo Liberati del foro di Reggio Calabria. I due legali stanno perorando una causa di civiltà, facendo le veci di quei familiari che la giovane Yuliia Astafieva, di nazionalità Ucraina, purtroppo non ha più

Con regolare permesso di soggiorno, viveva a Rosarno con il suo compagno trentacinquenne che ha confessato di averla uccisa. Tra il 19 aprile 1993 e il 7 marzo 2023 si è consumata la breve vita di Yuliia, morta neppure trentenne. Il suo corpo giace da oltre tre mesi nell'obitorio dell'ospedale di Locri. Qui è stata condotta per gli adempimenti di rito, su disposizione della procura di Palmi e per conto del commissariato di pubblica sicurezza di Gioia Tauro.


Nessun parente in vita

 «È stato proprio il consolato generale d'Ucraina a Napoli - ha spiegato l'avvocato Giancarlo Liberati - a certificare l'assenza di parenti in vita in Ucraina. Dunque, nessun parente rintracciato o rintracciabile. La giovane era già orfana. Dei due fratelli, uno è morto nel conflitto in atto e l'altro è ad oggi disperso. Dunque lo stesso Consolato ha dato il nulla osta al seppellimento in Italia, a Rosarno, dove la giovane risiedeva e dove è deceduta. La richiesta in via eccezionale è rivolta al comune di Rosarno (ndr oggi commissariato), attraverso una missiva inviata per conoscenza anche alla prefettura e alla questura di Reggio Calabria. Nonostante ciò, la salma è ancora abbandonata nell'obitorio di Locri», spiega ancora l'avvocato Giancarlo Liberati.

Salma abbandonata 

«Con la collega Olesya Dzedzinska ci siamo attivati. Vane, tuttavia, sono state le nostre interlocuzioni verbali con l'ospedale di Locri e il Comune di Rosarno. La situazione è ancora in stallo. L'ospedale di Locri non riconosce in capo a sé alcun obbligo e il comune di Rosarno, al quale è stata rivolta anche specifica richiesta del Consolato, dichiara di non avere i fondi necessari. Insomma da oltre tre mesi quel corpo giace abbandonato all'obitorio del nosocomio di Locri», sottolinea ancora l'avvocato Giancarlo Liberati. 

L'auspicio e l'appello

«Ci sono purtroppo dei precedenti nei quali si è proceduto con la cremazione presso l'unico impianto presente in Calabria, a Carpanzano nel cosentino. Necessario trovare i fondi che allora non superarono l'importo di 2mila euro, comprese le pratiche burocratiche. Dunque auspichiamo che il Comune se ne possa fare carico. In alternativa faccio appello alle tante associazioni che si occupano di difendere i diritti delle donne e di contrastare il fenomeno grave e in crescita della violenza. Auspichiamo che possano porre in essere azioni utili. La giovane donna è stata vittima di un femminicidio, proprio alla vigilia dell'8 marzo scorso», spiega ancora l'avvocato Giancarlo Liberati. 

Processo in estinzione

«La morte violenta, che ha stroncato l'esistenza di questa giovane donna, non avrà più una verità processuale. Il compagno, accusato di omicidio volontario e reo confesso, si è suicidato nei giorni scorsi nel carcere dove era stato trasferito per motivi di salute. Dunque il processo sarà estinto per morte del reo. Una situazione già drammatica che ha poi assunto contorni ulteriormente dolorosi», conclude l'avvocato Giancarlo Liberati. 

La solitudine oltre la vita

Finora nessuna presa in carico, dunque, del corpo della giovane Yuliia. Esso già martoriato, resta in attesa di una degna sepoltura in una desolata sala mortuaria nel reggino, dove Yuliia viveva in condizioni segnate dal disagio e da violenze. Un dramma nel dramma. Una solitudine che ha travalicato anche la vita.

 

Giornalista
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