La scrittura, le idee, i luoghi di Saverio Strati nei due giorni dedicati a uno tra i più grandi scrittori del Novecento. A Sant’Agata del Bianco, nell’evento “100Strati, identità, memoria e futuro”, promosso dal Comitato per il centenario della nascita, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, il sostegno della Regione Calabria, di Calabria Film Commission e il patrocinio dell’Università della Calabria, studiosi, scrittori, intellettuali hanno approfondito la figura e l’opera di Strati attraverso le diverse e molteplici sfaccettature dei suoi romanzi, dal linguaggio alle storie, dalle forme narrative al legame identitario con la Calabria, nel segno di una modernità che attraversa i tempi.

Un evento corale e plurale, caratterizzato dalla ricchezza e dalla qualità degli interventi. Nelle quattro sessioni, si sono succeduti Matteo Cosenza, Palma Comandè, Domenico Dara, Maria Florinda Minniti, Giancarlo Cauteruccio, Margherita Festa, Domenico Calabria, Andrea Di Consoli, Vanessa Roghi, Mimmo Nunnari, Vincenzo Stranieri, Giuseppe Polimeni, Monica Lanzillotta, Benedetta Borrata, Luigi Tassoni, Vincenzo Scalfari, Eugenio Attanasio, Gina Mesiano, Florindo Rubbettino, Mauro Francesco Minervino, Mimmo Gangemi, Marisa Fasanella, Domenico Talia, Alessandro Gaudio, Gioacchino Criaco, con gli interventi di apertura e chiusura di Domenico Stranieri e Luigi Franco e il saluto augurale dell’assessore regionale alla cultura Caterina Capponi.


«È stato un alternarsi di voci e di sguardi prospettici, che favorisce senz’altro il riposizionamento dell’opera e della figura di Strati nel panorama degli studi letterari e dell’offerta editoriale – dice Luigi Franco, direttore editoriale della Rubbettino e coordinatore del Comitato –. È emersa la grande attualità di Strati, in quanto precursore di contenuti e forme letterarie modernissimi, con una lingua originale che attinge alla cultura magnogreca e si afferma come contemporanea di ogni epoca. I grandi scrittori e intellettuali come Strati dimostrano di avere antenne sensibili capaci di decifrare sia la condizione umana che il mondo in cui ci troviamo immersi. Hanno la capacità, attraverso le emozioni che la loro arte sprigiona, di illuminare meglio il nostro cammino».


L’opera omnia di Strati, in corso di pubblicazione da Rubbettino, ha già visto l’uscita di dieci titoli, che oltre ai celebri “Tibi e Tàscia”, “La Marchesina”, “Il selvaggio di Santa Venere”, “La Teda” vede anche la riedizione di opere notevoli quali “Noi lazzaroni”, “Mani vuote”, “Il nodo” fino al più recente, “È il nostro turno”, romanzo di iniziazione, in cui Strati, attraverso il suo alter ego, ripercorre gli anni dell’apprendistato per la maturità a Catanzaro, le nuove amicizie, gli incontri inaspettati, la scoperta del sesso vorace e disperato e l’ingresso in società. Un romanzo vivido e passionale per cui, si è detto durante il convegno, è quello che si presta, prima di molti altri, a una trasposizione cinematografica.


Tra gli intervenuti anche l’editore Florindo Rubbettino che dice: «Per noi, questo convegno segna una tappa importante di un percorso non solo editoriale, ma anche umano. Il legame tra Saverio Strati e Rosario Rubbettino risale al 1985: da quella relazione è scaturita una responsabilità che, molti anni dopo, ho sentito il dovere di raccogliere. Ripubblicare le opere di Strati è stato per noi un gesto di riconoscenza e di giustizia culturale. Grazie all’accordo con Giampaolo Strati abbiamo potuto restituire voce a uno scrittore che, come pochi, ha saputo raccontare la vita dell’uomo comune, la fatica, la dignità del lavoro, l’esperienza dell’emigrazione e la forza della speranza. Il nostro progetto di ripubblicazione integrale — arricchito da nuove introduzioni, apparati critici e un’impostazione grafica attuale — nasce dal desiderio di riportare Strati al centro del panorama letterario e di farlo riscoprire alle nuove generazioni».


«Questo luogo dove Strati è nato custodisce la sua essenza umana e artistica. Qui correva Tàsсia con in mano le sue nocciole; qui vivevano il Diavolaro, il Selvaggio di Santa Venere, l’Uomo in fondo al pozzo e i poeti contadini. In questo stesso luogo Strati scrisse la sua prima lettera d’amore e da qui partì per incontrare Corrado Alvaro, a Caraffa del Bianco, nel 1953 – conclude il sindaco di Sant’Agata, Domenico Stranieri, autore della monografia su Strati “Solo come la luna” – La presenza di tanti studiosi e scrittori, con le loro relazioni originali e profonde, dimostra che Strati non è stato dimenticato: è stato letto, studiato, proposto nelle scuole, analizzato nel linguaggio. Saverio Strati, difatti, ci ha insegnato il valore della parola e dell’identità. Sapeva che la realtà vive dentro le parole e che conquistare il linguaggio significa conquistare libertà e coscienza. Grazie a lui, oggi possiamo dire che anche un piccolo paese come Sant’Agata può avere un’anima grande e visionaria».
L’omaggio nel centenario della nascita di Strati parla di un autore vivo e presente con i suoi appelli e le sue ribellioni, con la forza della parola, con la straordinaria capacità di essere identitario e universale. Parla di un’eredità letteraria e culturale arrivata in maniera naturale agli scrittori delle nuove generazioni. “100Strati” è, quindi, sì celebrazione ma anche e soprattutto proiezione futura.