Un protocollo d’Intesa per attività di studio e ricerca è stato stipulato fra il Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities dell’Università degli Studi di Modena e Reggio, la diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, l’Università Cattolica di Milano e il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. La diocesi di Reggio Emilia-Guastalla possiede manoscritti di fondamentale importanza per la trasmissione delle opere di Gioacchino da Fiore, in particolare uno dei codici del Liber Figurarum, la raccolta di tavole miniate di notevole bellezza che riassumono in una sintesi simbolica di grande efficacia i cardini del pensiero di Gioacchino da Fiore;

Il Centro DHMoRe ha sviluppato una piattaforma digitale per la valorizzazione di documentazione di particolare valore storico e artistico, in stretta sinergia con altre istituzioni della Regione Emilia – Romagna, nonché con l’Ufficio Beni Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana; l’Università Cattolica di Milano ha promosso negli ultimi decenni fondamentali lavori di ricerca sulla vita e l’opera di Gioacchino da Fiore, con l’attivo coinvolgimento di studiosi specializzati e importanti pubblicazioni scientifiche riguardanti l’opera e l’eredità spirituale di Gioacchino da Fiore e del Liber Figurarum; il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti da oltre quarant’anni organizza convegni, lezioni, mostre e pubblicazioni scientifiche di alto profilo e di respiro internazionale sulla figura e l’opera di Gioacchino da Fiore.

L’Università degli Studi di Modena e Reggio rappresentata dal direttore del Centro interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities prof. Matteo Al Kalak, la Diocesi di Reggio Emilia-Guatalla rappresentata da Mons. Giacomo Morandi, l’Università Cattolica di Milano rappresentata dalla prof.ssa Elena Beccalli, il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti rappresentato dal presidente prof. Giuseppe Riccardo Succurro convengono di avviare progetti di collaborazione che consentano di ospitare porzioni significative del patrimonio culturale della Diocesi all’interno della piattaforma Lodovico Media Library.

Le parti si impegnano a promuovere progetti e altre forme di valorizzazione del patrimonio storico e artistico riguardante l’eredità di Gioacchino da Fiore: a tale scopo, il Centro internazionale di Studi Gioachimiti, l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università Cattolica di Milano mettono a disposizione della Diocesi le proprie competenze scientifiche e le proprie strutture.

Il Libro delle Figure è la più bella ed importante opera di teologia figurale e simbolica del Medioevo. Le Figure, concepite da Gioacchino da Fiore in tempi diversi, vennero radunate nel Liber Figurarum nel periodo immediatamente successivo alla sua morte, avvenuta nel 1202. In esse è perfettamente illustrato il complesso ed originale pensiero dell’abate, basato sulla teologia trinitaria della storia e sulla esegesi concordistica della Bibbia.

Il Codice Reggiano è conservato nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Reggio Emilia, il Codice Corpus Christi College 255 A è conservato a Oxford, il terzo codice è nella Sächsische Landesbibliothek di Dresda ed il quarto, il Vat. lat. 4860, nella Biblioteca Apostolica Vaticana della Città del Vaticano. Le medesime figure compaiono in un numero più limitato anche in altri manoscritti e in molte opere di Gioacchino da Fiore si trovano spesso diagrammi per illustrare le dottrine esposte. La dottrina di Gioacchino da Fiore fu riesaminata, dopo il Concilio Lateranense IV del 1215, dalla Commissione cardinalizia che papa Alessandro IV riunì ad Anagni nel 1255.

Nel “Protocollo di Anagni” la paternità gioachimita delle figurae è stabilita nella proposizione: “Idem habetur per inspectionem arborum et figurarum inde confectarum ab ipso Joachim.” Fu Salimbene de Adam da Parma, nella Cronica redatta nel 1283, ad utilizzare per primo la definizione di “Liber Figurarum” con tre diversi citazioni: “Abbas Ioachym in Libro Figurarum..”, “Nam in Libro Figurarum”, “Vide in Libro Figurarum Ioachym”.

Il patrimonio dottrinale dell’abate calabrese è stato molte volte trasmesso come una riserva privilegiata di ricerca per gli esperti di professione, con l'esclusione del gran pubblico dei lettori. Grazie alla collaborazione fra DHMoRe, Università Cattolica, Centro Studi Gioachimiti e Diocesi la digitalizzazione ed il lavoro scientifico rigoroso verranno affiancati da un’opera di disseminazione per il pubblico non specialistico