Claudia Zicari, diplomata all'Accademia di Belle Arti di Roma, ha vissuto in diverse città, a lungo anche in Calabria, e ora opera nel Salento. È un'artista che, servendosi di linguaggi differenti e usando prevalentemente il metallo, la carta, il legno di gelso e la pelle di capra siriana, ha individuato il modo migliore per mostrare come la memoria, la casa, l'identità percorrono la coscienza. Questo modo, solitamente, prevede un foro o un nodo, talvolta un piano di piombo, prima abbozzato, però, su un foglio di carta di riso, da bucare, piegare, segnare, ma in sostanza da attraversare.

Un suo allestimento, intitolato La bambina guerriera e ideato nel 2010, è stato visibile per alcune settimane durante la scorsa estate al Museo delle trame mediterranee curato dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina, vicino a Trapani in Sicilia. Il titolo dell'allestimento è un riferimento esplicito al motivo dell'infanzia, intesa come passaggio non privo di traumi che, col suo peso, continua ad agire sul presente. Oggi possiamo cogliere la traccia che ha lasciato scomparendo o, meglio, tramutandosi in qualcosa di diverso. L'artista concentra la propria attenzione sulla traccia, certamente sulla sua persistenza, ma anche su ciò che una scia di foglie secche e accartocciate e un paio di scarpe slacciate e non più calzate preannunciano.

Claudia Zicari, nel corso della sua carriera, ha giocato spesso su ciò che è scomparso ma permane, e su quello che resta, pur essendo ormai impalpabile. Del 2012, per esempio, si ricorda un'altra installazione, allestita a Roma, presso il Teatro Valle Occupato, significativamente intitolata Corredo migrante. Si tratta di una valigia di cartone semiaperta dalla quale fuoriesce, srotolandosi come un involto di carta igienica o, se si preferisce, una bobina cinematografica, una pellicola forata e intagliata. Lungo i gradini di una scala precipita una lunga lingua di piombo che mostra con grande efficacia le connessioni tra prima e dopo: quelle tra ieri e oggi, sì, tra causa ed effetto, ma anche quelle tra il presente e un domani tutto da scrivere oppure quelle altre tra il processo cosciente e la forza ostinata di un inconscio che continua a operare sul nostro quotidiano.