A Salerno la presentazione di un libro a lui dedicato, in cui il curatore Attilio Clausi ricostruisce la figura del sacerdote calabrese che segnò cultura, politica ed ecclesia tra Calabria e Campania nel ‘900
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Sarà presentato domani a Salerno il volume curato da Attilio Clausi dedicato a Monsignor Guido Terranova, figura centrale della cultura cattolica del Novecento. Sacerdote calabrese originario di Joggi, frazione di Santa Caterina Albanese, Terranova divenne salernitano d’adozione dal 1945, anno in cui seguì l’arcivescovo Demetrio Moscato trasferendosi dalla Calabria alla città campana.
Nel capoluogo salernitano svolse un’intensa attività spirituale e culturale che lasciò un’impronta profonda su generazioni di intellettuali, accademici, politici e professionisti. Dalla fine degli anni Quaranta ai primi Sessanta fu guida dell’Azione Cattolica e della FUCI, contribuendo alla formazione del pensiero ecclesiale locale e stimolando un dibattito che anticipò molti temi del Concilio Vaticano II. Fu tra gli ispiratori della rivista “Il Genovesi”, laboratorio di idee avanzate sul ruolo della Chiesa nel mondo moderno.
Il libro ricostruisce una figura capace di coniugare rigore morale e apertura culturale. Già durante il suo servizio pastorale in Calabria, dopo aver preso i voti nel 1936, Terranova si distinse per la difesa della dignità umana. A San Donato di Ninea si oppose a un matrimonio imposto dai genitori della sposa, rifiutando di celebrarlo in nome della libertà di consenso. Le minacce che seguirono non gli impedirono di mantenere la sua posizione, sostenuto dai parrocchiani del paese.
A Salerno la sua presenza si impose come carismatica e sobria. Lo storico Vittorio Salemme lo definì un sacerdote umile, disinteressato ai beni materiali e dotato di grande equilibrio umano. Qui Terranova ricoprì numerosi incarichi nella Curia e negli organismi ecclesiastici: reggente del Seminario Diocesano, direttore dell’Ufficio Catechistico, assistente dell’Azione Cattolica e della FUCI, insegnante di religione e di diritto canonico, membro del Consiglio degli Ospedali Riuniti, fino alla presidenza del Tribunale Ecclesiastico Regionale.
Tra gli elementi più caratterizzanti della sua azione vi fu la promozione del dialogo tra cattolici e marxisti negli anni in cui tale confronto appariva difficile o persino inconciliabile. In sintonia ideale con l’esperienza riformista di Aldo Moro, di cui fu amico personale, Terranova indicò un percorso di rinnovamento fondato su una visione del Cristianesimo radicata nella coscienza e nella responsabilità verso il mondo. Per lui essere cristiani significava impegnarsi nella trasformazione della società, in nome della giustizia e della speranza.
Alla sua figura è intitolato il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Salerno, testimonianza del segno profondo lasciato nella comunità locale. Monsignor Guido Terranova è ricordato come uno dei protagonisti del pensiero cattolico salernitano e calabrese del Novecento e come un sacerdote che seppe unire fede, ragione e impegno civile in un’opera coerente e coraggiosa.


