Il sit-in

«Invisibili ma indispensabili»: anche in Calabria i lavoratori dei call center scendono in piazza

Circa cinquemila i posti di lavoro a rischio, buona parte di essi potrebbero perdersi proprio nella nostra regione. Nella città bruzia una delegazione sindacale è stata ricevuta all'interno del palazzo di Governo

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di Salvatore Bruno
18 marzo 2024
11:57

È in corso lo sciopero nazionale dei lavoratori dei call center impiegati al servizio delle commesse della Tim, per protestare contro i tagli paventati dal colosso delle telecomunicazioni, con presidi davanti le prefetture anche in Calabria. Manifestazioni sono in corso a Cosenza, Catanzaro e Crotone. Circa cinquemila i posti di lavoro a rischio, buona parte di essi potrebbero perdersi proprio nella nostra regione. La Tim infatti, opera soprattutto attraverso Abramo e poi anche attraverso Ennovia e Konecta: tre aziende radicate proprio nelle tre province calabresi.

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I sindacati da tempo hanno già denunciato il sensibile calo dei volumi rispetto da cui deriva un massiccio ricorso alla cassa integrazione. Alla Abramo, peraltro in amministrazione straordinaria, su 22 giorni lavorativi, solo 7 sono effettivi, con un notevole taglio della retribuzione, già molto bassa poiché quasi tutti gli operatori sono assunti part time, anche se a tempo indeterminato. A Cosenza una delegazione sindacale è stata ricevuta all'interno del palazzo di Governo.


Lo sciopero nazionale è stato confermato nonostante la convocazione di un incontro tra le parti in programma il 26 marzo prossimo nella sede del Ministero delle imprese presieduto dal titolare del dicastero Adolfo Urso e del ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone.

Giornalista
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