Falcomatà attacca: «Calabria vittima di una secessione infrastrutturale», mentre l’eurodeputato Nesci difende i progetti della Commissione: «Mezzogiorno pienamente incluso nella rete TEN-T». Eppure il documento parlava solo dei tempi per raggiungere la piena realizzazione della rete a 200km/h, che sarà presente nel Sud non prima del 2050
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A volte, nel mare delle polemiche politiche, anche i focus della questione rischiano di perdere la loro riconoscibilità. È il caso dell’Alta Velocità e del rapporto presentato due giorni fa dalla Commissione Europea, che illustra gli obiettivi che verranno raggiunti al 2030 e che, nei documenti di lavoro (oltre 50 pagine tra provvedimenti e piani realizzativi con le tavole di progressione), mostra le proiezioni per l’intera rete ad alta velocità (fino a 200 km/h o più) entro il 2050. Un documento che noi di LaC News24 abbiamo svelato per primi, spiegando come la stessa Commissione Europea avesse con quel documento messo un punto su molte speculazioni che riguardavano i tempi e le tratte al centro delle polemiche sull’alta velocità ferroviaria emerse in campagna elettorale.
Immediate sono state le polemiche, anche se sono stati in molti a fraintendere e non comprendere pienamente quanto annunciato dalla Commissione nel piano di 550 miliardi: non sono in discussione (per lo meno all’interno di questo documento) se vi siano i fondi o se siano previste le opere. Il documento analizza e mette nero su bianco i tempi di realizzazione, che come precisato vedranno il completamento della rete a 200km/h nel Mezzogiorno entro il 2050.
Denis Nesci (FdI–ECR): «Nessuna esclusione del Sud Italia dal piano europeo per l’alta velocità»
Sull’alta velocità e sul mezzogiorno, infatti, è intervenuto Denis Nesci, europarlamentare calabrese di Fratelli d’Italia: «In merito alle notizie diffuse in queste ore sulla presunta esclusione del Mezzogiorno dal nuovo piano della Commissione Europea per la rete ferroviaria ad alta velocità al 2030 e al 2040, è doveroso chiarire alcuni aspetti fondamentali. Non è vero che il Sud Italia sia stato tagliato fuori dagli investimenti europei. La Figura 1 riportata in diversi articoli e comunicazioni ufficiali della Commissione è una rappresentazione stilizzata dei collegamenti diretti tra le capitali europee, realizzata con finalità illustrative per mostrare in modo semplificato i tempi medi di percorrenza fra i principali centri politici e amministrativi del continente». Nesci si concentra sul grafico, che definisce «basato su collegamenti terrestri tra capitali» e che quindi non riporta nel dettaglio le tratte del Mezzogiorno, spiegando che invece «la Figura 2, invece, quella tecnica e di riferimento, mostra con chiarezza che il Sud Italia è ben coperto dalla rete ad alta velocità, con interventi già completati e altri in corso lungo entrambe le dorsali tirrenica e adriatica». Il documento a cui fa riferimento però mostra la mappa dell’Italia meridionale e la previsione di copertura al 2040, definendo la rete in stato “ongoing”, quindi in fase di realizzazione all’intervallo del 2040.
«L’Italia meridionale è e resterà un tassello fondamentale della mobilità europea del futuro – conclude Denis Nesci, eurodeputato del gruppo Conservatori e Riformisti Europei (FdI–ECR) - le opere già in corso e i nuovi progetti lungo le dorsali tirrenica e adriatica contribuiranno a ridurre i tempi di percorrenza e a rafforzare l’integrazione del Sud con il resto del Paese e dell’Europa»
Falcomatà: «Calabria vittima di una sorta di secessione infrastrutturale»
Anche Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e neoconsigliere regionale, è intervenuto con una dura nota sulla questione alta velocità: «La mappa ufficiale degli investimenti previsti fino al 2040 dalla Commissione Europea, per quanto riguarda l’Alta Velocità, non prevede un solo euro per il Sud del Paese, relegando di fatto la nostra regione ad una secessione infrastrutturale: si tratta di un disegno chiaro che purtroppo avevamo previsto e denunciato perché nell’ambito del programma TEN-T, la rete transeuropea dei trasporti, il ruolo del Governo nazionale e della Regione Calabria, è stato quello degli spettatori non paganti».
In realtà, il progetto presentato dalla DG Trasporti della Commissione Europea non fa altro che parlare dell’investimento complessivo da 550 miliardi e non entra nel dettaglio delle singole spese finanziate, anche perché precisa nelle note a disposizione che molti interventi sono finanziati con spese di bilancio nazionale o con combinazioni di fondi sulle quali la Commissione non ha parere, e si limita a ricordare gli interventi della rete TEN-T e del suo previsionale al 2050. Certo è che le scelte dei singoli stati, inclusa l’Italia, hanno portato ad una rete infrastrutturale ad alta velocità/alta capacità per la quale non è possibile fornire scadenze certe, nemmeno al 2040 che è l’orizzonte preso dal piano presentato dalla Commissione.
La nota chiude con un affondo al presidente della Regione Calabria: «Ci spieghi Occhiuto qual è il ruolo della Regione Calabria in questa fase, quasi compromessa, di costruzione dell’agenda europea, e soprattutto quali saranno le determinazioni nei confronti del Governo che sembra completamente assoggettato a Bruxelles, o forse è il prezzo da pagare per la folle riforma della coesione, i cui strumenti finanziari sono stati accentrati ai ministeri sottraendoli alla governance delle regioni».


