L’evasione diminuisce ma io numeri restano ancora molto alti. «Nelle stime più recenti, relative al 2021, l’evasione fiscale e contributiva sarebbe pari a oltre 82 miliardi. La sola componente tributaria si attesterebbe attorno ai 72 miliardi, con una propensione all’evasione di circa il 15 per cento del gettito teorico». È quanto ha dichiarato nel corso della sua audizione in Commissione di Vigilanza sull’anagrafe tributaria Giacomo Ricotti, capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia. Gli effetti sono due: si riducono le entrate pubbliche e gli oneri tributari finiscono per pesare sui contribuenti in regola. Irpef, Iva, Ires, Imu-Tasi e Irap sono, nell’ordine, le imposte che registrano quote e percentuali di evasione più elevate rispetto a quanto dovuto. L’evasione sull’Irpef sui redditi da lavoro autonomo e da impresa pesa per un totale di 29,6 miliardi di tasse non pagate, il 66,8%. L’Iva non pagata è pari 17,8 miliardi, il 13,6%. L’Ires vale 8 miliardi, il 18,8%. L’Imu-Tasi non riscossa è pari a 5,1 miliardi, il 21,4% e l’Irap 4,7 miliardi, il 15,9%. A questi vanno ad aggiungersi 4,2 miliardi, il 2,3% di Irpef sui redditi da lavoro dipendente irregolare. La Banca d’Italia attesta che nel rapporto tra la stima dell’evasione fiscale ed il gettito previsto si è passati dai 97 miliardi del 2017 ai 72 del 2021, 25 miliardi in meno, con una diminuzione dal 21% al 15%. L’evasione diminuisce ma le preoccupazioni restano. E la Banca d’Italia ritiene necessario impiegare misure di contrasto. Uno strumento utile, soprattutto per la possibilità di incrociare i dati tra le varie amministrazioni finanziarie dello Stato è il Sistema informativo della fiscalità. Secondo la banca centrale italiana il Sif può ipotizzare il suo impiego in termini di monitoraggio e controllo sulle fonti di reddito dei contribuenti per far emergere il sommerso.

Irpef, Iva, Ires, Imu-Tasi e Irap sono, nell’ordine, le imposte che registrano quote e percentuali di evasione più elevate

Secondo la Cgia di Mestre sono 1.274 i miliardi di euro di tasse non riscosse negli ultimi 25 anni, il 58% degli introiti previsti. I contribuenti non in regola o in debito con il Fisco sono 22,8 milioni. La classifica delle somme da recuperare vede in testa la Lombardia, con 259 milioni, seguita dal Lazio con 226 milioni e dalla Campania con 152 milioni. Il ministero dell’Economia ha confermato che nel 2024 sono stati recuperati 26,3 miliardi, 1,6 miliardi in più rispetto al 2023 (+6,5%). Il 95%, 22,8 miliardi, derivano dalle ordinarie attività di controllo svolte dal Fisco e 3,5 miliardi da misure straordinarie come la "rottamazione" delle cartelle, la definizione delle liti pendenti e la "pace fiscale".